15 Febbraio 2015 - 12:14

Mattarella come Pertini: un confronto azzardato

Mattarella per andare a Palermo ha preso un volo di linea da Fiumicino: viene dunque osannato sulle prime pagine, come novello Pertini, in un inappropriato parallelismo

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Mattarella riscuote sempre più consensi, tanto da mobilitare anche il M5S, che sottolineando l’impresa del volo civile del Presidente della Repubblica, tuonano il loro rimprovero al Rottamatore: “Ottimo esempio contro le spavalderie di Renzi sulla neve”. Una giusta osservazione, che il giornalismo italiano, categoria a parte rispetto al giornalismo universalmente riconosciuto, prontamente rincara in un ardito paragone con Sandro Pertini.

Di Mattarella nemmeno l'ombra: Pertini gioca a carte con Zoff, Bearzot e Causio

Di Mattarella nemmeno l’ombra: Pertini gioca a carte con Zoff, Bearzot e Causio

Stando ai fatti, essi testimoniano che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per andare a Palermo ha preso il volo di linea Alitalia da Fiumicino: evento di straordinario clamore, dato che è la prima volta, dal precedente di Sandro Pertini, che un Capo di Stato decide di usare un volo civile piuttosto che un volo di Stato. Ma una precisazione è d’obbligo: ci andava per motivi personali. E poi non mancano i dettagli giornalistici: Sergio Mattarella prende il volo con una scorta ridotta, facendo la fila come un comune cittadino, aspettando che, come tengono a precisare la titolata Cesara Buonamici e i suoi colleghi, a bordo salga la squadra baby del Napoli. Questo fortuito episodio, nello specifico, troppo ricorda il caro Pertini intento a una partita a carte con Zoff, Bearzot e Causio tanto da far sorgere un dubbio: per i più sospettosi, sembra che Mattarella cerchi di mettere in scena le fila del più nobile predecessore, tentando di appropriarsi della sua fama.

Il Presidente Mattarella viene dunque osannato sulle prime pagine, come novello Pertini, in un inappropriato e artificiosamente costruito parallelismo. Peccato che, in questi strilloni, venga sottovalutato come sia dovere di uno Capo dello Stato, come di ogni figura politica, adempiere al compito conferito, decisamente ben troppo retribuito, senza lucrare ulteriormente sulle spalle degli ipertassati italiani. Prendere questa circostanza e farne un caso equivale a oltraggiare il senso vero e puro della politica, per chi ancora ci crede: perché il non rubare non è un gesto epico, ma un atto dovuto, anche in un Paese dove ciò rappresenta l’eccezione. E in fin dei conti, va tenuto presente come sia facile, davanti alla Nazione, mostrare grandi gesta, gettando fumo negli occhi di un popolo sprovveduto: secondo un personale appunto, è un trucco perfettamente riuscito, alla vecchia democristiana maniera.

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