Secondo quanto deciso dalla Consulta, l’Italicum rimarrà un sistema elettorale proporzionale, con il numero dei seggi che verrà assegnato in proporzione al numero dei voti ricevuti, con un calcolo effettuato su base nazionale. Il ballottaggio è stato definitivamente eliminato, mentre rimane il premio di maggioranza. In base a questo, alla lista più votata, in caso dovesse ottenere almeno il 40% dei voti, saranno assegnati 340 seggi su 617. Da questo meccanismo vengono esclusi il seggio della Valle d’Aosta e i 12 deputati che vengono eletti all’estero.
Ancora, ogni capolista potrà essere inserito nelle liste in più di un collegio elettorale. Nel nuovo Italicum la Consulta ha eliminato la possibilità che sia il candidato vincitore a scegliere in quale collegio risultare eletto. In questo caso si procederà, quindi, ad un sorteggio.
Per quanto riguarda ciò che è rimasto inalterato rispetto al testo originale, in merito al candidati capolista si è scelto di lasciare intatta la norma secondo la quale i capilista saranno i primi ad ottenere un seggio, mentre dal secondo eletto in poi intervengono le preferenze, che saranno due a disposizione di ogni elettore. Ciò vuol dire che i partiti più piccoli vedranno eletti i capilista, mentre i partiti più grandi avranno anche una quota di parlamentari scelti con le preferenze.
La Consulta ha scelto, ancora, di mantenere la soglia di sbarramento al 3% e di estendere tale norma anche alle minoranze linguistiche, nelle regioni in cui esse sono presenti, con una soglia del 20%. Per quanto riguarda le circoscrizioni, si è scelto di renderle più piccole, con un collegio ogni 600mila abitanti (per un totale di 100) e in ognuno verranno presentate mini liste, con una media di 6 candidati.
[ads2]