10 Luglio 2015 - 11:00

A ZONzo e l’enigma degli etruschi

Sarcofago degli sposi

Viaggio nel Museo Etrusco di Villa Giulia, alla ricerca dei più misteriosi ed esotici antenati d’Italia: gli etruschi

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Roma pullula di suggestioni imperiali, di luoghi e statue riconducibili alla grandeur romana. Dovunque si respira un ostentato e particolare orgoglio atavico, l’orgoglio di discendere da genti che hanno fatto la storia del mondo.

affresco di Villa Giulia

Affresco di Villa Giulia

Nonostante la crisi, nonostante l’incertezza che ci attanaglia e grava minacciosa sul futuro, ciascun romano, dal vecchio facoltoso al giovane dall’avvenire incognito, cela nei suoi occhi una fierezza che non è alterigia, ma quasi un implicito senso di sicurezza di sé e dei propri mezzi, come a dire che se i propri avi dovevano esser tanto capaci nelle arti, nell’ingegneria e nella strategia, qualcosa devono pur averlo ereditato.

Paradossalmente questa eredità immateriale, e non la propaganda di questo o quell’altro politico, è ciò che più rincuora i romani di oggi, ed insieme ad essa vi è la recondita speranza di risollevarsi, di riscattare se stessi e l’eterna caput mundi, città emblema dell’Occidente, città che letta al contrario richiama l’amore, città adorata, imitata, derisa, osteggiata e bramata, ieri come oggi, in una ridondanza di emozioni che tristemente ci riporta all’attualità dell’ISIS ed ai suoi folli piani di conquista.

Dunque, Roma ed il suo famoso passato romano che ciascun romano ha ben presente. Eppure, vi è un passato più antico, più misterioso, e forse sminuito, che pure caratterizza questa città e queste genti, ed è il passato etrusco.

Se i romani sono il padre di Roma, gli etruschi ne sono la madre. Essi hanno contribuito a fondare l’embrione, ma secondo molti ben più, della città di oggi. Tuttavia, se il passato romano ci parla costantemente, quello etrusco è più difficile da cogliere e decifrare.

Vasi etruschi d'influenza greca

Vasi etruschi d’influenza greca

Senza dubbio visitare il Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia è una buona occasione per immergersi, almeno per qualche ora, in questa cultura e in questo popolo. Il Museo, vicino alla Galleria Borghese, nacque nel 1889 per iniziativa del politico e archeologo Felice Bernabei. All’inizio era un museo che ospitava reperti essenzialmente falisci, un popolo dell’Italia centrale, oggi è il più importante museo etrusco del mondo. Pur conservando le collezioni originali, gli scavi dei primi del ‘900 a Veio e, soprattutto, a Cerveteri, hanno cambiato la sua immagine.

Oggi il bellissimo museo racchiude reperti etruschi provenienti dal Lazio, dall’Umbria, dall’Emilia Romagna e dalla Toscana; parte di questi reperti sono stati recuperati dai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale negli USA, opere illecitamente comprate grazie a tombaroli privi di amore per il proprio passato.

Tra queste opere spicca il famoso cratere di Eufronio, che raffigura Hypnos e Thanatos intenti a trascinare il cadavere di Sarpedonte.

Sarcofago degli sposi

Sarcofago degli Sposi

Il Museo, comunque, è tanto grande che in un solo giorno si può fare solamente una visita sommaria. Appena entrati colpiscono le caratteristiche urne a capanna risalenti alla prima età del ferro. Queste antiche urne simboleggiano la dimora del defunto e ci svelano anche l’aspetto delle prime case etrusche, case spartane ma al tempo stesso funzionali, con un’apertura per la fuoriuscita del fumo e per aerare gli ambienti. Queste urne, ancora più del magnifico cratere di Eufronio, ci fanno comprendere l’unicità della cultura etrusca, una cultura che all’inizio si discostava molto da quella greca.

L’essenzialità delle forme ed i volti appena abbozzati avvicinano le statue etrusche, spesso sproporzionate o allungate in modo irrealistico, più a quelle nuragiche, che alle elaborate e perfette statue greche. Qualcosa di rustico continua a permeare tutta l’arte etrusca, anche quando, col trascorrere del tempo e con l’affermarsi del loro dominio in gran parte dell’Italia, essi si cimentano nella produzione di opere più ardite e complesse, più accattivanti dal punto di vista estetico e più colorate.

mani della sposa etrusca

Mani della Sposa Etrusca

L’acme della loro arte è rappresentata dal Sarcofago degli Sposi, un magnifico sarcofago in argilla di due giovanissimi coniugi, dall’aspetto bello e dal sorriso dolce e simpatico. I due giovani sono raffigurati con grande maestria, l’artista ha saputo restituire alle statue una tale dolcezza espressiva che sembra quasi possibile percepire il loro amore nell’abbraccio delicato e protettivo di lui e nei due corpi che riproducono la stessa postura. Le dita di lei, affusolate e nervose stringevano qualcosa, forse un uovo, simbolo della vita ultraterrena, ma questa è solo un’ipotesi.

Ciò che è certo è che i loro celebri ed espressivi occhi allungati sembrano confermare le teorie di Erodoto di una loro provenienza extraeuropea, orientale per l’appunto, ed in effetti recenti studi sul DNA degli abitanti dell’Italia centrale dimostrerebbero un legame genetico fra gli etruschi e le genti della penisola anatolica. Un elemento che, esattamente come l’Eneide, avvicina la storia dei primi romani all’antica Turchia.

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