29 Ottobre 2019 - 17:46

7° Arte #41: Alien – Il fascino del male ignoto

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Film del 1979 che ridisegna i canoni dello sci-fi e dell’horror, Alien è una pellicola diretta da Ridley Scott. Quarant’anni per un film ancora oggi “giovane” e affascinante

Solo dieci anni prima che uscisse Alien nelle sale di tutto il mondo, quest’ultimo viveva l’entusiasmo della prima spedizione lunare: l’uomo che supera il confine terrestre per esplorare lo spazio e, chissà, conoscere ulteriori forme di vita.

Alien: il “furto” da Kubrick, Spielberg e Star Wars

È proprio su questo concetto che inizia il viaggio spaziale di Nostromo, una missione commerciale al di fuori del sistema solare. La spedizione, costituita da 7 esseri umani (più un gatto!) subirà un’inattesa visita ravvicinata con il terzo tipo. Proprio dal film di Steven SpielbergIncontri ravvicinati del terzo tipo – datato 1977, prende ispirazione la pellicola di Ridley Scott, regista che con Alien esordisce nel grande olimpo artistico e che negli anni si confermerà più volte come maestro dell’orrore fantascientifico ma anche gran narratore dotato di notevole duttilità registiche.

Il regista britannico tornerà infatti a imprimere nella memoria collettiva l’immagine non solo dell’alieno, ma anche quella degli androidi grazie a Blade Runner nel 1982. Dopodiché Thelma & Louise nel 1991 che gli conferì la prima candidatura agli Oscar, salvo poi dirigere altri successi internazionali nel nostro millennio come Il Gladiatore, Hannibal e il più recente The Martian, dove ancora una volta il regista si cimenta in una narrazione ultraterrena.

Alien è una saga di 4 film, 2 crossover e 2 prequel

Quello che lo stesso Ridley Scott definisce un furto artistico, catalizza la creazione di Alien non solo come film, ma anche come universo cinematografico condiviso. Il gran successo di critica e botteghino ricevuto nel 1979 scaturì infatti la nascita di un franchise molto redditizio di fumetti e ulteriori pellicole. Alien infatti consta di tre sequel, due crossover col franchise di Predator e due prequel, uno dei quali – Prometheus – che vede tornare alla regia proprio Ridley Scott.

Perché non c’è solo il fascino del male che si vede e non si vede ispirato da Steven Spielberg. Quel “cattivo” che con così tanta minuziosità costruito diventa quasi protagonista più dei personaggi buoni, una caratteristica già vista ne Lo Squalo solo pochi anni prima. Ridley Scott si rifà molto anche all’universo di Star Wars, cambiando poi drasticamente rotta puntando sul dark e sull’horror. Non manca perfino il concetto del destino dell’umanità e dell’incontrollabile sete di potere che già fu accennata dal visionario Kubrick col suo 2001 Odissea nello Spazio.

Alien prende in mano la storia del cinema e la plasma sotto nuove vesti, creando un nuovo universo ricco di tensione e pathos. L’immensità dello spazio è direttamente proporzionale ai suoi pericoli, ma allo stesso tempo è contrapposta alla claustrofobica scenografia che intrappola il corpo dei personaggi di Nostromo e il cuore degli spettatori. Alien è un film che coinvolge grazie a un eccellente ritmo fagocitato dalle abilità registiche di Ridley Scott. Nonostante i 120’ di pellicola, la storia fila liscia riuscendo ad approfondire il background dei suoi personaggi, offrendo immagini dal forte impatto visivo e scene ricche di azione orrorifica.

Il fascino del male ignoto

Alien ha il pregio di aver lanciato sul grande schermo la carriera di Sigourney Weaver, qui nel film il tenente Ellen Ripley, ultima superstite della strage dello xenomorfo. L’attrice che già aveva debuttato in Io e Annie di Woody Allen, oggi conta ben 3 nomination agli Oscar e 2 vittorie ai Golden Globe.

L’universo è pieno di pericoli, spesso sconosciuti anche ai più coraggiosi e validi viaggiatori, esattamente come le sorti che la storia del cinema ha tessuto nel corso degli anni settanta che enormemente hanno sradicato le politiche precedenti. I film iniziano a essere ancora di più influencer dei film successivi, progredendo per ispirazione e sbalordendo il pubblico sempre più ammaliato e mai sazio di effetti speciali ed effetti visivi che alimentano l’esperienza cinematografica. Alien non è solo la storia di una razza aliena che – per istinto di sopravvivenza – assassina quella umana, bensì è una saggia maestra brillante, nonostante i quarant’anni di età, che punta il dito sull’incessabile voglia di controllare il mondo da parte di un essere che si sente tanto immenso quando in realtà, se comparato all’infinito universo, è ancor più piccolo di un atomo.