Alzheimer: la prima cura a base di alghe arriva dall’Estremo Oriente
La Cina approva il primo farmaco per l’Alzheimer al mondo estratto da un’alga, efficace per le forme lievi della malattia
È cinese il farmaco all’estratto di alga bruna ed è basato sulla capacità di regolare il tipo di colonie di batteri presenti nell’intestino, agendo sul microbiota intestinale. La Cina ha dato, infatti, l’ok in via condizionale al suo primo farmaco per la malattia di Alzheimer, una mossa che potrebbe offrire nuove opportunità in un’area terapeutica in cui le aziende farmaceutiche non hanno riscontrato mai cure effettive.
Lo sviluppo del nuovo farmaco è partito da una semplice osservazione: le persone che mangiano regolarmente l’alga bruna vantano bassissimi casi di Alzheimer. Così, il gruppo di ricerca cinese (con a capo Geng Meiyu dell’Istituto di Materia Medica di Shanghai dell’Accademia cinese delle scienze) ha iniziato a cercare possibili collegamenti e, nel 1997, ha identificato uno zucchero specifico nelle alghe che avrebbe potuto svolgere un ruolo importante nel fenomeno. Così, dopo oltre vent’anni, il farmaco a base di alga bruna si è dimostrato capace di migliorare i sintomi dell’Alzheimer.
Stando a quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2050 ci saranno 150 milioni di malati di Alzheimer in tutto il mondo, e più di un quarto di loro saranno in Cina, e vedere risultati positivi ha destato grande gioia e tante speranze. Ma a frenare l’entusiasmo è un italiano: “E’ prematuro dire che sia il ‘farmaco per l’Alzheimer’ perché i dati sono limitati a pazienti trattati per breve periodo e non è detto che, a lungo termine, il trattamento sia efficace e non abbia effetti collaterali“, ammonisce Camillo Marra, professore associato di Neurologia all’Università Cattolica di Roma. Seppure, dunque, non sia nulla di definitivo, i risultati poi non tanto piccoli (pare che l’alga possa persino migliorare la funzione cognitiva), fanno ben sperare nella ricerca.
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