[ads1]La Muller, per provare questa tesi sulla solidità di un’ amicizia, ha condotto uno studio approfondito su 7600 coppie di amici di età compresa tra i 16 e i 58 anni, analizzando la storia dei loro incontri, la genesi dell’affetto che li ha legati, la frequenza e la natura dei litigi, il tempo impiegato a consolidare il rapporto.
Nel 93% dei casi valutati, una volta trascorsi 8 anni le incomprensioni assumevano proporzioni e cadenze sempre minori, quindi l’amicizia aveva ottime possibilità di diventare eterna.
“La prova del tempo è fondamentale per cementare un rapporto sincero di amicizia – spiega la Muller – dallo studio è emerso come 8 anni sia il tempo naturale di valutazione. Passato questo l’amicizia può dirsi definitivamente approvata ed assimilata”.
George Washington diceva che “La vera amicizia è una pianta che cresce lentamente e deve passare attraverso i traumi delle avversità perché la si possa chiamare tale.”
Effettivamente la rarità di questo valore così esclusivo può essere verificata solo nel tempo. Ma l’amicizia, quella vera, implica molto più di una semplice comunanza d’interessi e una lunga sopportazione. L’amicizia è rispecchiarsi nella vita dell’altro, riconoscere in lui una parte di se stessi, sapere che la vicinanza non è un solo fattore fisico, ma il frutto di un’empatia che non separa al primo ostacolo.
Un’identificazione che rende superflue le banali dimostrazioni di affetto legate all’apparenza, fortificandosi attraverso piccoli, ma concreti gesti. Oltrepassando le divergenze, restando uniti nelle difficoltà, o semplicemente restando. Nell’amicizia non c’è spazio per la finzione, per la disonestà, per l’opportunismo. E i potenziali amici eterni sono molti meno di quello che il tempo promette.
Ci resta almeno la conferma scientifica che chi c’è stato finora nelle nostre vite, nel 93% dei casi non ci abbandonerà.[ads2]