30 Luglio 2016 - 11:00

Michelangelo Antonioni: il documentario Nettezza Urbana del ’48

antonioni

Il 30 luglio 2007 muore Michelangelo Antonioni. Lo ricordiamo attraverso il suo documentario Nettezza Urbana del 1948 girato a Roma, quando seguendo gli spazzini si scopre un maestro dell’immagine

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Nettezza Urbana è il secondo documentario di Michelangelo Antonioni, girato a Roma per seguire con uno spirito neorealista il quotidiano lavoro degli spazzini, ma con uno sguardo che fugge da una schematica riproduzione della realtà parlando del rapporto uomo-ambiente in un’ottica classista.

Il linguaggio di Antonioni è ricercato nella fotografia, come l’intro del documentario esprime. Gli spazzini, che cominciano a lavorare quando ancora non è sorto il sole, emergono da una città che appare deformata, misteriosa e cupa. Sono sagome espressioniste, che s’inseriscono in un contesto ostile.

Il rapporto conflittuale tra gli uomini della nettezza urbana e i cittadini si contrappone all’armonia con cui, invece, i primi si relazionano all’ambiente.

In una città come Roma dove si buttano le carte dopo una futile lite tra amanti, si lancia in strada una busta di spazzatura dalla finestra perché pervasi dalla pigrizia di classe o si crea uno spettacolo e in maniera smisurata di spreca carta lasciandola smistare agli spazzini, questi uomini sono delle anime silenziose che curano la bellezza della città, pulendola e costantemente riportandola al suo splendore.

Nettezza Urbana di Michelangelo Antonioni non si limita a mostrare ciò che accade in città e il perseverante lavoro degli spazzini, ma vuole creare un discorso, anche politico e non solo cinematografico.

Si comprende che esistono delle linee rette, che intersecandosi, portano alle dinamiche sociali e lavorative.

Una catena di azioni e atteggiamenti permette ad alcuni uomini di avere un lavoro, ma portando alla graduale disattenzione dell’altro verso l’ambiente, distaccandoli dal dovere civico di essere cittadini che si muovono nel rispetto del prossimo e del contesto.

Diventa così cinema, il cinema di Antonioni. Gli spazzini che nelle rovine di Roma ritrovano la dimensione propria in cui godersi la pausa pranzo, o che immersi nelle carte da smaltire, inventano una nuova funzione alla spazzatura.

Un ciclo che coinvolge il sistema a livello totale, dalla città alla natura, mostrando con grande sensibilità una società che si può decifrare per destino ricevuto: la locandina del film “A ciascuno il suo destino” di Mitchell Leisen, su cui si sofferma l’operaio mentre la città riprende vita e lui porta a termine il suo lavoro, è un esplicativo messaggio di Michelangelo Antonioni che, addolcendosi sui dettagli e rallentando il movimento della mdp, racconta l’anima di uomini nascosti ma protagonisti di un cambiamento, di cui fruiscono inconsapevolmente coloro che hanno avuto un destino diverso.

Michelangelo Antonioni muore il 30 luglio del 2007, lasciando la sensibilità di un uomo che ha raccolto il dramma del vuoto e di un certo decadentismo novecentesco.

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