27 Maggio 2016 - 02:41

L’Arte scoperta in un paio di occhiali

L’Arte Contemporanea ai tempi dei social: uno scenario grottesco e surreale, che neanche Marcel Duchamp sarebbe riuscito a prefigurarsi. Così al MoMA un giovane ha messo in mostra non solo un paio d’occhiali, ma soprattutto il livello del pubblico medio che affolla i musei, per assumere un nuovo status culturale agli occhi dei propri followers

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“Cos’è l’Arte?” chiedeva provocatoriamente Marcel Duchamp, agli inizi XX secolo, rivoluzionando l’Arte stessa. La sua indagine critica, partita dall’“invenzione” del readymade, – oggetti tratti dal quotidiano e ridefiniti dal contesto museale con un nuovo senso filosofico intrinseco – va contestualizzata nella lungimiranza sulla mass-cult, sulla percezione dell’arte da parte del pubblico medio.

Fontana (1917), Marcel Duchamp

Fontana (1917), Marcel Duchamp

Invece ha mostrato poca attenzione alla definizione ontologica dell’Arte, ma tanta voglia di movimentare un pomeriggio al museo, il diciassettenne TJ Khayatan, che ha messo in atto un gesto banale quanto geniale, raggiungendo l’obiettivo del decennio: attirare visitatori e like.

Quello che è diventato un curioso caso sui social e che ha imbarazzato il mondo dell’Arte, si è creato quando TJ Khayatan, al MoMA di San Francisco, probabilmente annoiandosi e non ritenendo che la storia della pittura mondiale lì esposta fosse all’altezza della sua attenzione, ha deciso di poggiare a terra, vicino al muro, i suoi occhiali per creare un’installazione improvvisata nella speranza di provocare potenziali reazioni dei visitatori, da scrutare e ridicolizzare.

Reazioni che non sono tardate. Davanti all’ignota e semplicistica “opera”, molti hanno tirato fuori lo smartphone per immortalarla, incuriositi da un oggetto comune inserito insolitamente in un contesto che nobilita anche la più semplice idea, per quanto ludica o ordinaria essa sia.

Forse TJ Khayatan diventerà un artista, probabilmente della beffa, ma consapevolmente ha mostrato “l’arte ai tempi dei social media” ed inconsapevolmente ha messo in atto il più alto principio artistico promulgato dall’artista concettuale Douglas Huebler: “Il mondo è pieno di oggetti più o meno interessanti, e io non voglio aggiungerne altri”.

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