Atalanta, il sogno continua: chi non ha mai visto nascere una Dea
L’Atalanta continua a scrivere la storia in Champions Legue e il libro ha ancora pagine vuote: il risultato di una perfetta programmazione
“Chi non ha mai visto nascere una Dea, non lo sa che cos’è la felicità”: si è proprio così, una frase iconica che rappresenta la crescita dell’Atalanta. Un sogno che sta riempendo le pagine dello scrittore Gasperini, convinto ancora di poter utilizzare la sua penna. Un percorso figlio di una programmazione perfetta, di un settore giovanile all’avanguiardia, di un mercato mirato e ben preciso.
Giocatori come Hateboer pagati meno di un milioni e calciatori rivalutati come Ilicic e Gomez. Dai piedi dello sloveno e del Papu passsano le trame del gioco nerazzuro. Il coraggio di saper osare di Gasperini, sintetizzato dal cambio offenivo nel finale, con Zapata che prende il posto di Caldara, con l’Atalanta che prova a fare il quinto gol.
“In Europa non si può dominare con la difesa a tre”. Un frase sentita più volte e per certi versi è anche vero. Ma dipende da come viene interpretato il modulo. L’Atalanta gioca veramente a tre e in modo molto aggressivo, senza abbassarsi costantemente su una linea a cinque.
Il lavoro estremo di Gosens e Hateboer paga le scelete del mister e il tedesco soprattutto adesso è sotto gli occhi di tutti. Un 3-4-1-2 da applausi, perchè l’equlibrio è figlio della voglia di volontà nel trovarlo e quando i bergamaschi scendono in campo, il gruppo fa la differenza.
Ad un passo dalla storia, con l’Atalanta che potrebbe giocarsi un quarto di finale di Champions League. I sogni son desideri e i giocatori di Gasperini stanno piano piano svuotando il loro cassetto.
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