12 Dicembre 2016 - 15:41

Attentato al Cairo contro i cristiani, uccisi 25 copti

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Esplosione al Cairo. Attentato nella cattedrale copta di San Marco

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Una violenta esplosione causata da 12 chili di tritolo ha colpito la cattedrale copta del complesso di San Marco al Caironel quartiere Al Abasiya, sede del capo spirituale, papa Teodoro II, centodiciottesimo patriarca di Alessandria.

L‘attentato, non ancora rivendicato, ha prodotto 25 morti 35 feriti, in maggioranza donne e bambini riuniti per una messa nella cappella di San Pietro e Paolo, adiacente alla Cattedrale ortodossa di San Marco, a Cairo ovest.

A dare la notizia è stato il  ministro della Sanità Ahmed Emad al canale satellitare Cbc.

Ad essere coinvolta dall’esplosione, la navata laterale della chiesa di San Pietro e Paolo.

Agenti della sicurezza sono impegnati nel setacciare la zona, creando un cordone attorno alle strade principali e adiacenti al complesso di San Marco.

L’ennesimo attentato nel cuore dell’Egitto

Ancora un altro attentato nel cuore dell’Egitto, e questa volta a farne le spese è stata la minoranza copta, costituente il 10% della popolazione del paese, gente operosa che ricopre un ruolo di primo piano nella  società egiziana, una minoranza religiosa che vanta una storia millenaria, con 10 milioni di fedeli in un paese che presenta una maggioranza musulmana.

Copti sono la maggior parte degli orafi e degli impiegati nel settore farmaceutico del Paese, ma anche esponenti delle famiglie più in vista dell’Egitto, come i Sawiris, che controllano il gigante delle telecomunicazioni Orascom.

I fatti di ieri sono il triste epilogo di uno stillicidio che è cominciato con la Primavera Araba del 2011, proseguito con la cacciata di Hosni Mubarak e che avuto il suo culmine durante il periodo del governo del presidente islamista, Mohamed Morsi.

Proprio contro Morsi, i copti avevano preso posizione sostenendo il generale, allora ministro della difesa Abdel Fattah El Sisi, per la deposizione e l’arresto dell’allora presidente islamico.

Un consenso che oggi è sempre meno scontato, vista la protesta dei copti davanti alla chiesa dell’attentato, repressa dalla polizia.

“Se il sangue degli egiziani è a buon prezzo, che il presidente se ne vada”, gridavano i dimostranti. E ancora: “Con l’anima e il sangue proteggeremo le nostre chiese” chiedono i rimostranti, unitamente alle immediate dimissioni del presidente, Abdelfatah al Sisi, e del ministro dell’Interno, Magdy Abdelgafar.

Il presidente Abdelfatah al Sisi  ha proclamato un lutto nazionale di tre giorni ed ha espresso solidarietà e condoglianze alle famiglie delle vittime, mettendosi in contatto con il patriarca della chiesa costa ortodossa.

La condanna di Papa Francesco

Immediate le parole di condanna dell’attentato e di vicinanza di papa Francesco verso Tawadros II e alla sua comunità durante l’Angelus. “Prego per i morti e per i feriti” e  per “gli efferati attacchi terroristici che nelle ultime ore hanno colpito vari paesi”, aggiungendo inoltre che si tratta di “un’unica violenza che semina morte e distruzione. L’unica risposta  è quella della fede in Dio e l’unità nei valori umani e civili”.

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