Aumento energia elettrica: ecco il perché dei nuovi prezzi
Il ministro Cingolani ha dettato il nuovo aumento dell’energia elettrica. C’entrano le materie prime più care e l’anidride carbonica
Un futuro non proprio roseo all’orizzonte. Martedì, durante il convegno della CGIL organizzato a Genova, il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato novità in bolletta. Nel prossimo trimestre, infatti, sembra che il costo dell’energia elettrica possa aumentare del 40%. Un aumento a cui si sapeva già di andare incontro.
Negli ultimi mesi, tantissimi analisti ed economisti avevano avvertito riguardo all’incremento dei costi dell’energia elettrica. Nello scorso trimestre il prezzo dell’elettricità era aumentato del 20%. Il Governo italiano, però, era intervenuto attivamente stanziando 1,2 miliardi di € per mantenere l’incremento dei prezzi delle bollette al di sotto del 10%. Nelle prossime settimane potrebbero essere valutate soluzioni simili in vista dei nuovi aumenti, ma ogni operazione di questo tipo grava sensibilmente sui conti pubblici.
Il problema dell’aumento dell’elettricità, infatti, riguarda tutta l’Europa. La motivazione primaria risiede sicuramente nell’aumento di prezzo delle materie prime, come gas e combustibili derivati dal petrolio, che sono arrivati ormai a costi insostenibili per le aziende. Altra motivazione assolutamente valida è l’aumento dei costi extra per le aziende, che si ritrovano così a sostenere un bilancio in negativo.
C’è stato un aumento dei costi del 42%. Ma quali sono i fattori principali che hanno determinato quest’eccessivo innalzamento? Andiamo a scoprirli.
Le motivazioni
Diversi fattori hanno contribuito all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica osservato negli ultimi mesi. Dopo un periodo di sensibile rallentamento dovuto alla pandemia, le attività hanno ripreso il proprio percorso determinando un rapido aumento della domanda per le materie prime. Problemi che hanno interessato tutta l’area europea, in cui il prezzo del petrolio è salito vertiginosamente.
L’Europa ha una forte dipendenza dalle forniture della Russia, che in questo periodo ha ridotto i flussi a vantaggio dei paesi asiatici. Alcuni problemi nei giacimenti del Mare del Nord hanno inoltre reso disponibili meno quantità di gas. Anche il progressivo esaurimento dei giacimenti in Olanda sta degradando la situazione.
Un ulteriore fattore è da ricercare nel sensibile aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica, gestita tramite l’Emission Trading System. Questo è un sistema di permessi tra aziende che serve come accordo per scambiare le emissioni. Esiste da quindici anni, ma gli aumenti avuti hanno dato ripercussioni anche sulle società fossili.
Cingolani, parlando degli aumenti dell’energia elettrica, ha fatto riferimento a questa serie di fattori. Qual è la strada da percorrere, però, per ovviare al problema?
Ipotesi poco chiare
Non è però ancora chiaro che cosa voglia fare il Governo, anche se ci sono ipotesi su provvedimenti simili a quelli assunti nei mesi scorsi per contenere gli aumenti delle bollette. Si vorrebbe intervenire sugli “oneri generali di sistema”, una delle voci che incidono di più sul prezzo finale della bolletta.
In Spagna, il primo ministro Pedro Sánchez ha annunciato che sarà imposto un prezzo massimo per il gas. In più, ci sarà una riduzione della tassa sull’elettricità, con una riduzione di quasi 1,5 miliardi di € di entrate per i conti pubblici. La misura è però temporanea e nel frattempo i costi per l’energia elettrica son tornati ad aumentare.
I rischi, d’altronde, pure si sono intensificati. Questo perché la popolazione non si può permettere sistemi di riscaldamento adeguati. Nel caso di un inverno particolarmente freddo, infatti, il problema potrebbe essere ancora più sentito a causa dei maggiori consumi e del conseguente aumento della domanda.
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