21 Aprile 2016 - 19:18

L’altro volto dell’Australia, il triste destino dei giovani stranieri

Scatta l’allarme per le condizioni disumane di lavoro cui vanno incontro gli studenti internazionali in Australia

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Australia– Una realtà triste quella australiana, che vede coinvolti numerosi studenti, giornalmente sfruttati, sottopagati e senza alcuna protezione sindacale o sanitaria. Questo è il triste destino di molti giovani che per inseguire i propri sogni si ritrovano a volte prigionieri nei retrobottega di ristoranti, bar oppure costretti a lavorare in condizioni disumane nelle campagne sotto il sole cocente per ore. L’allarme è stato lanciato da un’inchiesta condotta dalla Business School dell’Università di Sydney, di cui dà notizia l’agenzia “Xinhua”.

Da quanto riportato sembrerebbe che almeno il 60% degli studenti internazionali a Sydney riceve una paga inferiore al salario minimo ufficiale. “Il governo federale dovrebbe fare di più per porre fine a questi abusi — ha commentato il capo del team di ricercatori, Stephen Clibborn —. Molti giovani hanno una conoscenza scarsa o elementare della lingua inglese e non conoscono i propri diritti o il modo per rivendicarli“.Australia sfruttamento

Nessun tipo di protezione per i giovani che popolano l’Australia, circa 400.000 studenti internazionali sono iscritti all’università o istituti australiani: l’educazione rappresenta la seconda industria per l’export australiano in termini di fatturato. Come spesso accade gli studenti cercano di lavorare per poter “sopravvivere” e soprattutto per fermarsi più a lungo nel Paese.

I dati agghiaccianti sembrano coinvolgere un gran numero di italiani che migrano in Australia per fare fortuna, i numeri sono in costante aumento. Secondo un rapporto realizzato nell’ultimo periodo nel 2014 si trovavano nel Paese circa 20.000 italiani con visto di residenza temporaneo, con un incremento del 163% rispetto al 2011. Ma c’è molto altro, addirittura sembrerebbe che alcuni datori di lavoro vengano meno agli accordi pattuiti all’inizio del rapporto lavorativo e, se qualcuno dovesse avere l’ardire di protestare, c’è il rischio del negato rinnovo contrattuale.

Molti altri invece rilasciano bonifici regolarmente ma, successivamente, obbligano i ragazzi a restituire i soldi in contanti. Nella maggior parte dei casi i giovani si vedono costretti ad accettare pur di ottenere la firma sul documento di rinnovo. Sono numerose le testimonianze di giovani italiani di ritorno da un mondo tutt’altro che roseo, una realtà che segna in maniera indelebile le vite coinvolte: ” Le condizioni che avevamo trovato nelle farm australiane erano terribili”.

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