1 Luglio 2016 - 11:59

L’autopilota miete la prima vittima

general motors

L’autopilota miete la prima vittima. Due mesi fa si è verificato il primo incidente mortale di un’auto a guida autonoma. La vittima è un ex marine di 40 anni

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Si è verificato in Florida due mesi fa, ma la notizia è stata rivelata solo adesso. La Tesla S, con l’autopilota in dotazione,  ha fatto la sua prima vittima, Joshua Brown, 40 anni, un ex marine. L’uomo era alla guida della sua Tesla S e aveva inserito il sistema di guida autonoma in autostrada. Secondo una ricostruzione operata dalla National Highway Traffic Safety Administration(NHTSA) la Tesla si è andata a schiantare contro un tir, che stava girando a sinistra e che proveniva in direzione opposta rispetto all’auto. Dalla casa automobilistica sono arrivate immediatamente le condoglianze, via twitter, e soprattutto le spiegazioni.

autopilota

Immagine di repertorio

Secondo Tesla né il conducente né il sistema di guida autonoma hanno visto il lato bianco del tir, in traiettoria perpendicolare rispetto all’auto, stagliato, oltretutto, contro un cielo estremamente luminoso, e che avrebbe quindi ingannato sistema e conducente “La particolare altezza del rimorchio combinata con la sua posizione attraverso la strada e le circostanze estremamente rare dell’impatto, hanno fatto sì che il modello S passasse sotto il rimorchio” ha spiegato la casa automobilistica.

Si tratterebbe, però, del primo decesso verificatosi su oltre 130 milioni di miglia percorse con l’autopilota. In ogni caso, la NHTSA ha aperto un’inchiesta per appurare se il sistema abbia effettivamente funzionato. Una vettura Tesla che porta in dotazione questo sistema viene venduta a partire da 66mila dollari, previo consenso esplicito da parte dell’acquirente, a cui è chiesto di firmare e garantire così la conoscenza della presenza del sistema di autopilota e, in mancanza di tale consenso, il sistema non viene attivato.

Sul sito della casa automobilistica viene spiegato il meccanismo. Quando il conducente attiva il pilota automatico, il sistema lo riconosce solo come una funzione di assistenza, e comunque anche in quel frangente è richiesto il controllo da parte del conducente, che deve essere sempre pronto a subentrare alla guida. Infatti, se non vengono rilevate le mani sul volante, l’auto invia un segnale di pericolo e rallenta l’andatura, finchè non viene ripristinato il controllo. “Il pilota automatico può essere usato per tutto il viaggio” spiega Tesla “ma non è perfetto e quindi richiede sempre al conducente di rimanere all’erta. Tuttavia, sicuramente riduce il carico di lavoro del guidatore e quindi migliora significativamente la sicurezza rispetto alla guida puramente manuale”

Un inquietante particolare emerge dall’inchiesta

Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, l’uomo alla guida stava guardando un film di Harry Potter quando ha avuto l’indicente. La Tesla sostiene che non sia possibile guardare film sul touchscreen del veicolo, ma non si esclude l’utilizzo di qualche altro dispositivo, anche se questo particolare non viene confermato dalla polizia. Lo sfortunato guidatore, Joshua Brown, aveva evitato un altro incidente molto simile all’inizio di quest’anno proprio grazie all’autopilota, che lo aveva avvertito in tempo di prendere il controllo del volante e sterzare a destra. Questa volta, però, non è stato così fortunato. La Tesla aveva preso il video pubblicato dell’uomo in quel frangente come esempio, per far capire ai clienti come il sistema di autopilota potesse salvare la vita.

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