Baby, la serie cult di Netflix. Ma cosa è successo davvero ai Parioli?
Baby, serie TV targata Netflix che spopola tra i giovani: ma cosa è successo davvero ai Parioli? La trama rispetta la realtà dei fatti?
Baby, serie TV di Netflix Italia rilasciata il 30 novembre 2018 con la prima stagione, è stata realizzata per raccontare quanto accaduto nella Roma da bene nel 2013. Solo pochi giorni fa, le prime sei puntate hanno avuto un seguito; sulla nota piattaforma è stata rilasciata una seconda stagione composta da 8 episodi.
Dopo la fine dell’ultima puntata, i fan già aspettano con ansia una terza stagione. Questi ultimi hanno iniziato a porsi delle domande: sarà l’ultima stagione, la terza? Ciò che abbiamo visto finora rispecchia la realtà dei fatti? Scopriamolo insieme.
Ad un primo sguardo, Baby non è sicuramente il miglior prodotto Netflix, soprattutto se si guarda alla prima stagione, con sceneggiatura e recitazione non troppo convincenti. Anche a livello di trama lo scandalo, così tanto pubblicizzato, non è stato approfondito ed è proprio per questo che si sperava in un riscatto con la seconda stagione. Riscatto che in un certo senso si è avuto: a livello di trama infatti, la denuncia in alcuni tratti c’è stata e si è vista.
La trama delle due stagioni di Baby
Chiara e Ludovica (Benedetta Porcaroli e Alice Pagani), sono due ragazze dai caratteri opposti e proprio per questo che dopo il loro primo incontro, capiscono subito che qualcosa nel profondo le lega. Chiara vive in una famiglia apparentemente perfetta, ma in realtà i genitori sono separati in casa e con la madre ha un rapporto molto conflittuale. Ludovica invece è ribelle, è cresciuta senza padre e litiga spesso con sua madre. Entrambe frequentano il prestigioso liceo Collodi di Roma ma nelle loro vite manca qualcosa.
Vengono coinvolte in un pericoloso giro di baby prostituzione, affascinate dal guadagno facile e dal potere da esercitare sugli uomini. Puntata dopo puntata infatti, diventano sempre più sicure delle potenzialità dei loro corpi. Ma sarà sempre tutto così semplice?
Nella seconda stagione ritroviamo le due protagoniste, alle prese con i loro problemi e con le loro vite incasinate. Entrambe infatti, vengono nuovamente catapultate nel mondo della prostituzione e, stavolta, le loro false identità rischiano di saltare.
Da un lato, infatti, Ludovica – che se nelle prime puntate si mostra entusiasta di guadagnare sempre più soldi e di vivere nel lusso- con l’aiuto del suo nuovo insegnante di filosofia avrà qualche ripensamento. Chiara invece – che aveva deciso di smettere – per difendere il ragazzo che finalmente ama e la ricambia, Damiano, sarà costretta a tornare in contatto con Fiore, che gestisce ormai un giro molto redditizio di droga e prostituzione.
Nella realtà
Ciò che le due attrici mostrano, a uno sguardo più attento, è molto edulcorato rispetto a ciò che è avvenuto nella realtà e le due ragazze coinvolte nel 2013 sono molto lontane dalla dolcezza e dalla profondità di Chiara e Ludovica. Le due ragazzine della vicenda non avevano motivazioni profonde: si prostituivano con il solo obiettivo di fare soldi e comprare tutto ciò che desideravano. Entrambe poi, facevano uso di stupefacenti e alcuni loro compagni di classe iniziarono a sospettare che qualcosa fosse cambiato proprio quando hanno scoperto della loro dipendenza.
Inoltre, nella società in cui vivevano c’era sempre l’ombra del neofascismo. Nella loro prestigiosa scuola c’era il Blocco Studentesco, cioè CasaPound e Lotta Studentesca, ovvero Forza Nuova. Entrambe erano quindi influenzate da questi orientamenti: si pensi che la ragazza più grande aveva un tatuaggio con scritto “Si vis pacem para bellum” (Se vuoi la pace, preparati alla guerra). Erano due ragazzine ricche, annoiate e superficiali, probabilmente influenzate da una politica di estrema destra.
Durante gli interrogatori con il PM, una delle due ha affermato di aver iniziato a prostituirsi per inconsapevolezza. Lei e la sua amica volevano guadagnare qualcosa per andare in vacanza a Ponza, quando si sono imbattute in un annuncio che diceva “Lavorare poco, guadagnare molto”.
Ha poi affermato: “Non ero felice, ma volevo l’indipendenza economica. Cercavo di mettermi nei panni di una persona che stava facendo un lavoro normale. Poi svuotavo la testa e dicevo ‘vabbé, tanto è un’ora, poi è finito'”. Ha anche spiegato che soprattutto le prime volte, la paura era tantissima: poteva capitarle qualsiasi tipo di uomo e correre pericoli molto seri.
A questa loro condizione si aggiunse il comportamento delle famiglie: la madre della più grande, capita la situazione si rivolse alla Polizia; la madre della più piccola invece, sapeva e istigava la figlia a continuare, pur di guadagnare.
Nella serie TV
In Baby molte di queste cose non si vedono perché la storia di Chiara e Ludovica è arricchita prevalentemente di quei caratteri tipici di teen drama statunitensi. Ed è proprio questo a rendere più soft l’ambiente, anche se quello scolastico, per esempio, rispecchia abbastanza gli ideali neofascisti, come nel caso della non accettazione di Fabio, ragazzo dichiaratamente omosessuale.
Inoltre, le mamme della serie tv Baby hanno un comportamento diverso rispetto alle mamme della realtà: quella di Chiara è superficiale e cieca rispetto alla vita della figlia; mentre la madre di Ludovica sospetta e scopre qualcosa, ma preferisce girare la faccia dall’altra parte, pur di salvare il suo negozio quasi in bancarotta.
Le indagini
Nel 2013 ad attirare l’attenzione del Nucleo dei Carabinieri di Roma di via Selci, e successivamente della Procura, furono una serie di post anonimi su Facebook. Dalle indagini si scoprì che i clienti delle due ragazzine erano a conoscenza della loro minore età. Le ragazzine, per incontrare i clienti, utilizzavano numerosi siti di appuntamenti a cui erano iscritte, utilizzando ambigue frasi del tipo: “Lolita“, “Cerco papi“, “oggi mamma non è a casa“. Tutte queste indagini, però, non sono state mostrate nella serie, almeno fino ad ora.
Nei fatti è presente, inoltre, una terza persona. Questa avrebbe preso in mano il giro di prostituzione, affittando un appartamento per gli incontri. In Baby la figura di questo gestore ha il volto di Fiore e l’acquisto dell’appartamento è avvenuto nelle ultime puntate della seconda stagione. Che le indagini della Polizia si vedranno nel corso della terza stagione?
Sui telefonini delle ragazze sono infine stati trovati i contatti di centinaia di clienti definiti “insospettabili“: quasi tutti sportivi, avvocati, commercialisti, politici o medici. Inoltre, il giro in cui erano coinvolte queste due ragazzine, ancora oggi non è stato fermato del tutto: ci sono ancora moltissime giovani che gestiscono questa doppia vita di sesso e droga. Questa storia non ha fatto altro che aprire un vero e proprio vaso di Pandora, colmo di oscenità.
Baby rispecchia la realtà?
Forse sì, forse Baby davvero vuole raccontare questa terribile storia aggiungendo però anima e significato a qualcosa che, probabilmente, non ha. Ed a questo punto chi può dire se è giusto o sbagliato? Ci sono pro e contro, come in ogni storia.
Pro, perché evitano allo spettatore una storia troppo cruda che, tra l’altro, non sarebbe molto in linea con le produzioni Netflix che, spesso, tendono ad essere politically correct. Contro, perché in un certo senso, a uno sguardo più superficiale, può far sembrare soddisfacente e vantaggiosa una realtà che è molto lontana da una bella vita. Un altro vantaggio potrebbe essere quello di aver troppo entusiasmato e molti giovanissimi potrebbero essere attratti principalmente dalle vicende amorose dei protagonisti e poco da quella che è la realtà dei fatti accaduti ai Parioli. Un vantaggio, quindi, che potrebbe diventare uno svantaggio: un giovane, infatti, potrebbe non comprendere la gravità dell’accaduto e cercare, nel peggiore dei casi, di emulare la vita delle protagoniste.
Si spera, quindi, che la prossima stagione metta in luce, ancora meglio della seconda, gli aspetti negativi di questa realtà così orrida. E si spera, anche, che lo faccia con una sceneggiatura ancora più incisiva.
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