Bando scuola, concorso latitante e girandola di sostituzioni
Il bando di concorso a cattedra per docenti ancora non si è visto. Intanto continuano le convocazioni di personale docente sul potenziamento
[ads1]Il bando. A giugno si era detto, poi Faraone aveva fatto slittare al primo dicembre (data contenuta anche nella legge 107), poi ancora la Giannini aveva spostato a gennaio («se non è l’uno, è il due»), poi alla prima settimana di febbraio…adesso si parla della seconda.
Fatto sta che sulla Gazzetta Ufficiale ancora non si è visto il decreto delle classi di concorso.
Per ora ci sono solo delle bozze di programmi e delle tabelle per il punteggio dei titoli che circolano in rete, nulla di ufficiale. Dal Ministero tutto tace.
Quella famosa frase, «aboliremo le supplenze», pronunciata da Stefania Giannini a fine agosto 2014 poco prima della presentazione della riforma della scuola, è stata la stella polare (ma forse più stella cadente, visto come sono andate le cose) dell’operato di Governo e Ministero nell’ultimo anno e mezzo: con la stabilizzazione di migliaia di docenti, gli organici funzionali e l’autonomia scolastica, “La buona scuola” avrebbe dovuto cancellare il precariato.
A distanza di mesi, dopo l’approvazione della Legge 107 e la realizzazione del piano straordinario, la situazione, però, non è cambiata. Almeno per il momento: nel 2015/2016 i contratti a tempo determinato sono diminuiti impercettibilmente, sfiorando quota 100mila. «Anzi – fanno notare i sindacati – in proporzione sono aumentati, se consideriamo che nel frattempo sono stati assunti quasi 90mila insegnanti». Ed è semplice capire perché sono aumentati: i docenti che prima lavoravano su cattedre o spezzoni di cattedre adesso sono andati a coprire posti nuovi del potenziamento, mentre gli spezzoni di cui parlavamo sono andati a finire ai nuovi docenti di seconda e terza fascia (aumentando il precariato).
Il grave problema è stato che queste cattedre sono state coperte soltanto verso metà o fine novembre, dopo l’uscita delle graduatorie d’istituto definitive. Questo ha portato a situazioni di discontinuità didattica e addirittura mancanza di valutazioni, in alcuni casi, per le classi.
La Fase C a novembre ha portato 50mila docenti nelle scuole, peccato che la maggior parte di loro avesse già accettato una supplenza: alcuni sono rimasti dov’erano, rinviando al prossimo anno il trasferimento, altri hanno accettato subito la nuova nomina. In entrambi i casi da qualche parte è servito un altro supplente, che si trattasse di rimpiazzare il docente che rimandava l’assunzione, o di far fronte all’improvvisa partenza di chi stava occupando una cattedra. Una girandola di sostituzioni.
L’anno prossimo le cose dovrebbero andare meglio ma “il buongiorno si vede dal mattino”: non si sa come un concorso il cui bando esca (forse) a marzo si possa concludersi (forse) a luglio ed avere le graduatorie dei vincitori pronte per settembre. Chi vivrà vedrà.
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