8 Aprile 2016 - 01:05

La Basilicata e l’incidenza tumorale ufficiosa

In Basilicata, anche se al momento non si indaga per disastro ambientale, si cerca di capire se i liquidi inquinanti e i rifiuti pericolosi provenienti dagli stabilimenti petroliferi possano avere un nesso con le patologie riscontrate sul territorio negli ultimi anni

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In Basilicata i magistrati di Potenza stanno acquisendo le cartelle cliniche dei residenti nelle zone interessate dagli stabilimenti petroliferi e dai conseguenti inquinamenti dei pozzi e delle falde acquifere. Diversi studi negli anni hanno registrato un’anomala crescita di patologie, riconducibili, anche se manca la definitiva conferma medico-scientifica del caso, all’eccesso di esposizioni da inquinanti. Un dato che nella Regione sembra essere in stretta correlazione con l’inizio delle attività dei suddetti stabilimenti.

Infatti in Basilicata, ai tempi della prima autorizzazione concessa, nelle zone limitrofe agli impianti, la mortalità era inferiore a quanto mediamente avveniva in Italia. Gli ultimi dati invece accerterebbero “eccessi di mortalità” legati a patologie del sistema emopoietico, dell’apparato respiratorio e digerente.

La Basilicata e l'incidenza tumorale ufficiosaUn’ipotesi respinta in toto dall’Eni che parla di “stato di qualità dell’ambiente ottimo secondo gli standard normativi vigenti”.

Nonostante non ci sia, ad oggi, l’ufficialità rispetto ai dati e alle cause, Il Fatto Quotidiano parla di un precedente: “un documento ministeriale e due studi, gli unici portati a termine in Val d’Agri negli ultimi sedici anni che dicono già qualcosa su come tra la metà degli Anni Novanta e il 2010 le condizioni di salute della popolazione siano cambiate”.

Laddove il lavoro svolto dall’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato palesemente le criticità del territorio, dal punto di vista sanitario, come affermato dal dottor Fabrizio Bianchi dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa a Il Fatto Quotidiano, “non spiega da cosa dipendano”.

Per convalidare il processo di causa-effetto tra stabilimenti petroliferi ed incidenze tumorali e patologiche a diverso titolo in Basilicata, bisognerà aspettare i risultati dello studio epidemiologico del territorio capace di fornire una Valutazione d’impatto sanitario, che dovrebbe essere portato a termine e reso pubblico entro la fine del 2016.

Mentre si discute sulle concessioni legislative atte a favorire il progetto Tempa Rossa della multinazionale francese Total, che realizzerà un giacimento petrolifero in piena attività nell’alta valle del Sauro, nel cuore della Regione, quasi otto anni dalla prima autorizzazione, e dopo l’alto tasso di decessi e la percentuale di patologie, forse si arriverà a far chiarezza almeno nei comuni di Viggiano e Grumento Nova, i più vicini al Centro Oli dell’Eni in Basilicata.

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