Benevento, la città stregata del Sannio
Benevento con i suoi secoli di storia ci regala un patrimonio culturale indiscusso, la sua bellezza ha stregato gli imperatori romani e i principi longobardi che ne hanno fatto una città gioiello
[ads2] Questa settimana A ZONzo vi racconterà le bellezze di una città campana, Benevento. Situata sul colle omonimo, la città è una delle perle del Sannio la cui storia è strettamente legata alle vicende dell’antico popolo romano. Infatti, sebbene siano attestate tracce di civiltà sannitiche fin dall’VIII e VII secolo a.C., è soltanto con la vittoria dei romani su Pirro nel 275 a.C. che Benevento inizia a popolarsi e a costituire un crocevia importante per gli scambi commerciali. È interessante come questa città è stata nel tempo denominata dai suoi abitanti: inizialmente Maloenton, che si avvicina a un’espressione come “ritorno alle greggi”, poi successivamente Maleventum secondo la sinistra traduzione latina. Infine prevalse la denominazione Beneventum per la sua posizione particolarmente favorevole, nei pressi dei fiumi Sabato e Calore, dove inoltre vi transitava l’antica via Appia che collegava Roma a Brindisi.
Il nostro itinerario procede lungo Corso Garibaldi a partire da P.zza IV Novembre fino ad arrivare al duomo di Benevento, presso P.zza Orsini. Questo percorso include alcuni dei luoghi più significativi della città e si può facilmente effettuare in una giornata, a seconda degli interessi e del tempo a disposizione. Piazza IV Novembre è incorniciata dalla maestosa architettura della Rocca dei Rettori, conosciuta anche come Castello di Benevento o Castello di Manfredi, eretta nel 1321 nel punto più alto della città dove già in precedenza vi era un’antica fortezza longobarda risalente al duca Arechi II. Sede dei governatori pontifici almeno fino al 1586, successivamente fu utilizzata come carcere, oggi invece è sede della sezione storica del Museo del Sannio e custodisce materiale pertinente alla storia della città e dell’area sannitica e documentazione riguardante le tradizioni popolari della provincia. Evidenti sono i differenti stili della costruzione frutto dei diversi interventi che ha subito nel tempo, anche se nel complesso si può ricondurre il castello ai modelli francesi di Avignone e Carcassonne. Il giardino che attornia la Rocca è sede di un lapidario dedicato ai miliarii della via Traiana e custodisce inoltre una serie di frammenti architettonici romani.
Proseguendo lungo Corso Garibaldi si arriva a P.zza Matteotti, luogo nevralgico della città dove si erge la chiesa di S. Sofia e il complesso benedettino che oggi ospita il Museo del Sannio e dalla parte opposta si trova il Museo d’Arte Contemporanea Sannio ARCOS che ospita anche i reperti legati al culto di Iside. Nella piazza si può ammirare la fontana con obelisco dedicata a Talleyrand, ministro di Napoleone e principe di Benevento, eretta nel 1809. La chiesa di Santa Sofia, dal 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, è una delle più particolari e complesse strutture realizzate dai Longobardi. Fondata dal duca Gisulfo II e completata da Arechi II nel 762, la chiesa venne intitolata alla Santa Sapienza così come la basilica di Costantinopoli. Ciò che colpisce di questo edificio non è tanto la facciata che può sembrare alquanto bizzarra poiché frutto di diversi rifacimenti, i quali recentemente sono stati rimossi per riportarla al suo aspetto originario. La peculiarità della chiesa di S. Sofia è la struttura interna: la pianta è a metà circolare e metà a “stella”, sorretta da pilastri e colonne interni che costituiscono le interessanti geometrie della struttura. Le sei colonne interne, disposte a esagono, molto probabilmente provenienti dall’antico tempio di Iside, insieme alla configurazione decagonale formata dai pilastri crea incredibili colpi d’occhio e illusioni prospettiche, dando alla chiesa quella straordinarietà che l’ha resa celebre. Purtroppo della decorazione pittorica originaria rimane ben poco, gli unici frammenti ancora visibili si trovano nelle absidi laterali e rappresentano le storie di S. Giovanni Battista (a destra) e le storie di S. Zaccaria (a sinistra).
Adiacente alla chiesa di S. Sofia si trova la sede del Museo del Sannio, ospitato nell’antico convento benedettino. La straordinaria bellezza del luogo è data non solo dalle opere che custodisce, ma anche dal meraviglioso chiostro risalente alla metà XII secolo dalle colonne con capitelli e pulvini istoriati. Le sale del museo ospitano una ricca collezione suddivisa per epoche storiche a iniziare dalla Sezione Archeologica che raccoglie le testimonianze di età sannitica e romana. La produzione vascolare, statuaria e di elementi architettonici e funerari possiedono una certa raffinatezza che sottolinea l’importanza che assunse questo luogo durante l’impero romano. Successivamente si trova la collezione di età longobarda con ricostruzioni di abiti dell’epoca e reperti di varia natura come utensili, armi e oreficerie, che si chiude con le sculture dell’ultimo periodo (XI – XIV secolo). Al piano superiore invece si trova la Sezione d’Arte in cui sono esposti dipinti e sculture che vanno dal XV al XX secolo.
Interessanti sono le testimonianze legate al culto di Iside e che sono oggi custodite nel Museo ARCOS, insieme ad altre testimonianze provenienti dall’Egitto. Anticamente Benevento ospitava un tempio dedicato alla dea egiziana Iside, fondato nell’88 da Domiziano, del quale sono stati ritrovati solo alcuni elementi che si possono oggi osservare al museo. Tra i reperti rinvenuti vi è anche la più consistente collezione di statue egizie che si trovano al di fuori dell’Egitto, tra le quali anche un ritratto di Domiziano rappresentato come faraone. Inoltre, all’interno del museo si può ammirare uno dei due obelischi con geroglifici, il secondo dei quali si trova lungo Corso Garibaldi. Nel museo vengono ricostruiti i vari ambienti dell’antico tempio isiaco. Il percorso è supportato da una serie di materiali video in 3D e dalla sapiente guida del personale museale. Percorrendo le sale si ha l’impressione di tornare ai tempi di Domiziano, con gli usi della civiltà devota alla dea Iside, in un’atmosfera estremamente coinvolgente.
La città di Benevento ha saputo magistralmente valorizzare il proprio patrimonio culturale e il Museo ARCOS è solo uno dei primi esempi. Continuando il nostro percorso, svoltiamo a destra verso Via Traiano per raggiungere un’altra importante testimonianza romana, l’Arco di Traiano. Attualmente l’arco è parzialmente coperto da strutture per effettuare dei lavori di restauro, ma nonostante ciò si può ancora osservare la sua bellezza. L’arco fu eretto nel 114 per celebrare Traiano e la realizzazione del tratto della via Appia che collegava in modo più agevole Roma a Brindisi. La sua struttura con unica fornice ospita una serie di rilievi che narrano le gesta dell’imperatore e che occupano le due facciate dell’arco. Nei pressi di questa straordinaria opera celebrativa del trionfo di Traiano si trova l’ex chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea, che deve il proprio nome proprio alla sua vicinanza all’arco. Questo piccolo spazio fondato nel VII secolo accoglie oggi un percorso didattico alla scoperta dell’Arco di Traiano, la mostra permanente “I racconti dell’Arco“, con proiezioni video che ricostruiscono la storia della sua realizzazione e le scene raffigurate.
L’itinerario si chiude con la visita al Duomo di Benevento, una struttura fondata nel VII secolo e che purtroppo al suo interno ha perso la sua forma originaria. La facciata è uno dei pochi elementi che ne ricordano l’antica bellezza, realizzata nel XII secolo in stile romanico con l’inserimento di materiali di spoglio provenienti da edifici antichi. Anche il campanile conserva la sua struttura antica, fu eretto nel 1279, e presenta anch’esso elementi di età romana come i 17 busti visibili sul lato frontale e sul fianco sinistro il rilievo che rappresenta un toro pronto per il sacrificio.
Un’ultima curiosità: la città di Benevento è anche famosa per i presunti episodi di stregoneria avvenuti durante il medioevo. Secondo la leggenda durante i primi tempi di dominio longobardo, i barbari guerrieri compivano riti esoterici intorno a un noce situato alle pendici nord del colle su cui sorge la città. Questa usanza fu interrotta nel VII secolo quando il vescovo Barbato convertì il popolo dei Longobardi al cristianesimo. Nonostante ciò si ha testimonianza che almeno fino al XIV secolo le donne accusate di stregoneria confessassero al Tribunale dell’Inquisizione di essere state rapite dal demonio e trasportate presso l’albero di noce di Benevento per il rito del sabba. Oggi il termine “strega” associato a questa città porta alla mente il famoso liquore locale, un bevanda tradizionale a base di erbe prodotta dal 1890.
Il percorso che questa settimana la rubrica A ZONzo vi ha suggerito non tocca però altri importanti luoghi di questa stupenda città. In futuro continueremo a scoprire le meraviglie di Benevento e vi diamo appuntamento a venerdì prossimo con altri luoghi da visitare, viaggiate con noi!
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