23 Novembre 2017 - 16:49

Quando Bennato ci indicò la via per l’isola che non c’è…

“L’Isola che non c’è” di Edoardo Bennato, testo e analisi

L’Isola che non c’è è il brano di apertura dell’album SONO SOLO CANZONETTE, di Edoardo Bennato, uscito nel 1980. Si tratta di un concept album, interamente dedicato al mondo fiabesco di Peter Pan, il protagonista bambino dei romanzi di J.M. Barrie, ambientati proprio nell’utopica isola che solo i bambini dalla fervida immaginazione potevano raggiungere. È una canzone dunque che, più delle altre, riprende pari pari le tematiche che erano proprie dei romanzi di Barrie, alle quali però Bennato annette la propria visione.

“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Poi la strada la trovi da te
Porta all’isola che non c’è

Forse questo ti sembrerà strano
Ma la ragione ti ha un po’ preso la mano
Ed ora sei quasi convinto che
Non può esistere un’isola che non c’è

E a pensarci, che pazzia
È una favola, è solo fantasia
E chi è saggio, chi è maturo lo sa
Non può esistere nella realtà

Son d’accordo con voi, non esiste una terra
Dove non ci son santi né eroi
E se non ci son ladri, se non c’è mai la guerra
Forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è

E non è un’invenzione
E neanche un gioco di parole
Se ci credi ti basta, perché
Poi la strada la trovi da te

Son d’accordo con voi, niente ladri e gendarmi
Ma che razza di isola è?!
Niente odio e violenza, né soldati né armi
Forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è

Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Non ti puoi sbagliare, perché
Quella è l’isola che non c’è

E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto, perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”

Tutto l’album, ma specie questa prima canzone, affronta prevalentemente la dicotomia tra fantasia e ragione, giungendo all’imprescindibile conclusione che abbandonarsi alla prima è forse l’unico modo per raggiungere la felicità, non avendo timore né vergogna di inseguire i propri sogni più nascosti, che talvolta sono anche i più semplici. Imparare dunque ad affrontare la vita proprio come i bambini, come quel Peter Pan che non voleva crescere.

Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino sono indicazioni del resto che nessuno prenderebbe sul serio, che a tutti sembrerebbero un po’ strane, forse perché la ragione ci ha un po’ preso la mano, e allora ci disincantiamo e abbandoniamo i nostri desideri di bambini, perché l’età adulta ci ha insegnato a ragionare, a capire che non può esistere un’isola che non c’è. Chi è saggio, chi è maturo, lo sa. Ma troppo spesso esser saggi e conoscere troppo coincide con l’esser tristi. Chiedetelo ad un vecchio e ad un bambino. La vita educa alla ragione e la ragione induce alla realtà, che quasi mai è esattamente come si desidererebbe. E la via per la felicità allora?

Son d’accordo con voi, si redime Bennato nella quarta strofa, ma solo per sottolineare qual è la realtà alla quale ci si aggrappa con tanta forza, quella senza santi ne eroi, ma con ladri e guerre, odio e violenze. “Che razza di isola è un’isola dove non c’è tutto questo?” ribadisce in chiave sarcastica. Siamo talmente abituati alla cruda realtà che una terra dove regnano il bene e la felicità che si agognava da bambini non riusciamo nemmeno più ad immaginarla, il male intacca perfino la fantasia. Un giro di armonica e tutto ci sembra più chiaro, la musica sembra un invito a prenderla alla leggera, ad essere liberi, liberi in primis con la mente, liberi di seguire quel suono che sembra davvero capace di portarci a volare sulle nuvole, liberi perché LA STRADA LA TROVI DA TE…

E allora dopo aver tentato di aprirci gli occhi, nella penultima strofa un Bennato navigatore ci ribadisce la rotta, le stesse stravaganti indicazioni di prima, né più né meno, solo che adesso forse sembrano un po meno bizzarre: sembra meno bizzarro avere il coraggio di rifugiarsi nei sogni e credere in qualcosa di grande, lasciandosi guidare dalla fantasia, ricercando ancora una volta la felicità, senza prendersi troppo sul serio, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla quotidianità per scrutare davvero a destra di quella seconda stella, e chissà, magari oltre. Ciò che Peter Pan prima, e Bennato poi, cercano di farci capire è che il vero pazzo è chi smette di credere, nell’isola, nelle fate, nella vita, nella felicità. NON DARTI PER VINTO.

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