23 Gennaio 2021 - 16:45

Bonafede, la relazione sulla giustizia è il terzo atto della crisi di Governo

bonafede

La relazione annuale sullo stato della giustizia approderà tra pochi giorni in aula. Italia Viva ha già annunciato che voterà contro, senza neppure averla letta. Se non dovesse passare, la situazione si complicherebbe per il Governo, facendo avvicinare lo spettro di elezioni anticipate

Il Governo ha incassato la maggioranza relativa al Senato pochi giorni fa e già si presenta una nuova grana da risolvere. Mercoledì 27 Gennaio il Parlamento dovrà votare la relazione annuale del Ministro della Giustizia Bonafede e i numeri, stando alle dichiarazioni attuali, non ci sarebbero. Non ci sono perché Matteo Renzi ha deciso che Italia Viva voterà contro. Il problema si pone unicamente al Senato, dove il Governo può contare solo sulla maggioranza relativa. Non si voterà direttamente sulla relazione, ma su due risoluzioni: una presentata dalla maggioranza e una dall’opposizione.

Si apprende che Bonafede potrebbe far slittare a Giovedì il suo intervento al Senato, ma al momento rimane il fatto che non ci sono i numeri. Se la relazione del Guardasigilli dovesse essere bocciata, il ministro potrebbe dimettersi (è una prassi) e per il Governo la situazione politica si complicherebbe non poco. I voti mancano perché Italia Viva ha già annunciato che voterà contro senza nemmeno leggere la relazione. A questo punto per il Governo diventa fondamentale trovare e reclutare abbastanza “responsabili” per scongiurare almeno questa bomba.

Una lunga partita a scacchi

I rapporti tra Bonafede e Italia Viva non sono mai stati dei migliori. Il M5S e Italia Viva hanno posizioni antitetiche sulla giustizia, e non hanno mai mancato di farlo notare. Il fatto che Italia Viva abbia deciso di votare contro una relazione che non ha neppure letto la dice lunga. Bonafede è il bersaglio numero uno di Matteo Renzi subito dopo Conte. Renzi non è riuscito a defenestrare Conte nei giorni scorsi e adesso ci vuole riprovare per interposta persona. O almeno è la sua minaccia, in realtà il suo vero obiettivo è costringere il Governo a riaprire le trattative con Italia Viva, onde scongiurare il disastro di Mercoledì.

Ma il Movimento 5 Stelle fa quadrato intorno a Bonafede e non ha intenzione di riaprire alcun dialogo con Renzi. Anche a costo di andare ad elezioni anticipate, il M5S non ha alcuna intenzione di reimbarcare Renzi e i suoi più stretti collaboratori. Ma c’è sempre posto per i “responsabili” di Italia Viva che secondo i rumors starebbero per lasciare il partito per unirsi alla maggioranza. Ma non per Renzi, considerato una calamità vagante da tenere alla porta.

Operazione responsabili

Fervono le consultazioni e le trattative tra le forze di maggioranza ed i cosiddetti “responsabili”, per scongiurare il rischio di elezioni anticipate. A votare non ci vuole andare nessuno, tanto meno chi è andato dal Capo dello Stato a dire che “la situazione è insostenibile“. Bonafede potrebbe decidere di improntare il suo intervento più su profili tecnici che su temi incendiari come la prescrizione, in modo da rassicurare quei responsabili che amano definirsi “garantisti”.

Non è una novità che una pattuglia di senatori di Italia Viva sarebbe pronta ad appoggiare il Governo. Ed è qui che si stanno concentrando gli sforzi dei pontieri del Partito Democratico. Bastano pochi senatori per mettere i senatori al riparo da questa tegola, ma rimarrebbe il problema di alcune commissioni al Senato, dove il Governo non ha la maggioranza.

La strategia del Governo è quella di superare un ostacolo alla volta, puntellandosi man mano, finché sarà abbastanza forte da proseguire, magari con un rimpasto. Il primo di questi ostacoli da superare sarà proprio la relazione di Bonafede. Ma se dovesse fallire, l’unica opzione rimarrebbe le dimissioni di Conte. Le prospettive a quel punto sarebbero assai incerte, ed è questa una carta molto persuasiva per attrarre i responsabili.