27 Ottobre 2017 - 10:52

Caffè e cioccolato: toccasana per il cuore. La scienza approva

parkinson caffè

Ok da parte degli scienziati, caffè e cioccolato prevengono problemi cardiovascolari. Al via oggi le XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi

Caffè e cioccolato fino ad ora sono sempre stati nell’occhio del ciclone. Il caffè rende nervosi, una barretta di cioccolato fa ingrassare e tanti altri luoghi comuni. La novità arriva dagli scienziati che saranno ospiti oggi e domani delle XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi “Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology”. Il congresso, organizzato da Fiorenzo Gaita e da Sebastiano Marra, ospiterà circa 600 partecipanti e 100 relatori e la discussione verterà sulla prevenzione.

Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino, dichiara che 4-5 tazzine di caffè (anche decaffeinato) al giorno, aiutano la prevenzione di malattie cardiache. Tre importanti studi hanno dimostrato che l’assunzione di 4-5 tazzine di caffè al giorno, non solo riducono a lungo termine la mortalità dovuta a problemi cardiovascolari, ma ridimensionano anche la mortalità per i tumori. Tutto questo non è merito della caffeina, ma dell’elevatissima percentuale di antiossidanti presenti nel chicco di caffè e nel seme del cacao. Effetti positivi, infatti, anche per quanto riguarda il cioccolato fondente, purché sia naturale e almeno 85-90%.

Aggiunge Sebastiano Marra che la scienza negli ultimi anni ha fatto passi da gigante nell’ambito della chirurgia e delle terapie farmacologiche. Il risultato è stata una diminuzione dei decessi. Ma buona parte del merito è della prevenzione. Per questo la medicina moderna punta sullo studio di quei metodi che inibiscono l’insorgere di determinate patologie. Dichiara Fiorenzo Gaita, direttore della Cardiologia dell’ospedale Molinette, che “Solo in Italia, ogni anno, 50 mila persone muoiono improvvisamente, vale a dire più di 130 morti al giorno senza che si possa intervenire. Ma l’Italia è, tra i Paesi occidentali, con poche altre nazioni, all’avanguardia nella prevenzione della morte improvvisa”.

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