Erano in 150mila ieri a Ballare sul mondo con Ligabue. Campovolo 2015 permette al cantante di festeggiare i 25 anni di carriera nel miglior modo possibile
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19 settembre 2015: il Giorno dei Giorni.
Dopo mesi di preparazione, conti alla rovescia, mobilitazioni, feste per l’attesa e anteprime, finalmente eccolo qui: Campovolo 2015. Dopo un tour che gli ha fatto fare letteralmente il Giro del Mondo, Luciano Ligabue torna nella sua casa, a Reggio Emilia. Ad attenderlo più di 150mila fan, per festeggiare i suoi 25 anni di carriera.
Il concerto più lungo della storia, creato appositamente per ripercorrere la storia del cantautore.
Ma Campovolo non è solo un concerto.
Campovolo è un raduno per chi a nove anni ascoltava “Vivo o morto o x”. Per chi con Luciano è cresciuto, ha amato, ha perso e ha vinto. Per chi ha imparato ad apprezzarlo da poco e per chi c’era da “Ligabue”, il primo album. Il raduno della Generazione Liga. Campovolo è una festa a ritmo di rock’n’roll per tutti i fan dell’emiliano. E’ il momento delle urla, delle lacrime, delle emozioni che non si dimenticano più. Forse a rendere così speciale Campovolo è questo: l’atmosfera. Lo stesso Luciano ha più volte dichiarato di non aver mai provato emozione più grande.
I numeri sono da record: con il biglietto fissato a 50 euro, l’incasso è di 7 milioni e mezzo di euro, “il più alto mai realizzato in Italia da un artista italiano con un solo concerto”, dice orgoglioso uno degli organizzatori, Ferdinando Salzano di F&P. Senza contare che il merchandising e gran parte della ristorazione sono gestiti dall’organizzazione.
“Vanno però ricordate le spese per allestire lo spazio, tra i 5 e i 6 milioni di euro”, aggiunge cauto l’altro organizzatore, il manager di Ligabue Claudio Maioli. In effetti anche l’allestimento è da grandi occasioni: c’è una ruota panoramica illuminata come fosse un luna park, una tenda da circo a strisce bianche e blu per il Liga-museo, e tutto ciò che serve per accogliere al meglio questa enorme mole di persone. Il primo Campovolo risale al 2005. Poi nel 2011 e infine ieri, 19 settembre 2015.
La festa comincia in realtà già venerdì 18, con la proiezione dei film di cui Luciano è regista e sceneggiatore: l’indimenticabile Radiofreccia e il commovente Da zero a Dieci.
Poi Luciano arriva e lo show può cominciare. Sono le 20,30 precise: una radio “gracchia” e si sintonizza su una canzone, trecentomila braccia al cielo e il riff di “Balliamo sul mondo” avvolge la platea in un’unica grande magia.
L’artista sale sul palco con i ClanDestino, la sua prima band, e con loro ripropone “Balliamo sul mondo” con un intro che non veniva suonata proprio dal lontano 1990. Per il secondo tempo c’è la Banda, la sua formazione del 1995. Infine, nel terzo, con una scaletta a sorpresa, si ascolterà il meglio del repertorio di Liga come risuonato e arrangiato nel live Giro del mondo, con la band attuale.
Tutti i fan del Liga avrebbero voluto esserci, non tutti ce l’hanno fatta. Liga saluta anche loro.
“Ciao, ciao a tutti. Non vedo una fila. Ciao a tutti sulla fiducia. Non ho mai visto come questa volta tante persone che chiedevano un saluto da casa, che per motivi di lavoro chiedevano un saluto da qua. Sarà per la prossima volta». Tra il pubblico anche molti vip, tra cui Pau dei Negrita, Elisa, Paola Turchi, Gianluca Grignani, Emma, il cuoco Joe Bastianich e Flavio Insinna.
La scaletta sembra creata appositamente per chi segue il Liga da sempre. Ci sono gli immancabili successoni, quelli da ballare e cantare a squarciagola, come “Urlando contro il cielo”, “Hai un momento Dio?”, “Certe notti”, “Piccola stella senza cielo” (anche questa riproposta come nel 1990: con un medley di grandi classici del rock: Riders on the storm dei Doors, Knockin’ on heaven’s door di Dylan, See me, feel me degli Who, Because the night e Gloria di Patti Smith), ma anche le canzoncine di nicchia, come “Freddo cane in questa palude”, “Angelo della nebbia”, “Figlio d’un cane”, “La forza della banda”, “Rane e Rubiera blues”, “Non dovete badare al cantante”.
“Farò anche quelle che cagate meno”, scherza il Liga introducendo “Radio Radianti”, live inedito. In “Buonanotte all’Italia” sul maxischermo le immagini delle persone care al Liga, scomparse nel corso degli anni: il padre Giovanni “Giuanin” Ligabue, il primissimo manager, Angelo Carrara, il grande Feiez. Poi le ultime hit: “C’è sempre una canzone”, “Non ho che te” e “A modo tuo”, singolo in rotazione in radio da meno di una settimana, commovente testo dedicato alla sua bambina.
Un live che vuole davvero ripercorrere la vita e la carriera del Liga, anche scenicamente: il gilet indossato per “Marlon Brando è sempre lui” (“il massimo della tamarraggine”, ironizza il Liga), le immagini in festa del Bar Mario, il banjo originale di “Non è tempo per noi“, il gigantesco Elvis Presley.
La lunga passerella di settanta metri permette al Liga di abbracciare, grato, tutti i suoi fan.
Erano in 150mila ieri a Ballare sul mondo con Ligabue. Campovolo 2015 permette al cantante di festeggiare i 25 anni di carriera nel miglior modo possibile
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19 settembre 2015: il Giorno dei Giorni.
Dopo mesi di preparazione, conti alla rovescia, mobilitazioni, feste per l’attesa e anteprime, finalmente eccolo qui: Campovolo 2015. Dopo un tour che gli ha fatto fare letteralmente il Giro del Mondo, Luciano Ligabue torna nella sua casa, a Reggio Emilia. Ad attenderlo più di 150mila fan, per festeggiare i suoi 25 anni di carriera.
Il concerto più lungo della storia, creato appositamente per ripercorrere la storia del cantautore.
Ma Campovolo non è solo un concerto.
Campovolo è un raduno per chi a nove anni ascoltava “Vivo o morto o x”. Per chi con Luciano è cresciuto, ha amato, ha perso e ha vinto. Per chi ha imparato ad apprezzarlo da poco e per chi c’era da “Ligabue”, il primo album. Il raduno della Generazione Liga. Campovolo è una festa a ritmo di rock’n’roll per tutti i fan dell’emiliano. E’ il momento delle urla, delle lacrime, delle emozioni che non si dimenticano più. Forse a rendere così speciale Campovolo è questo: l’atmosfera. Lo stesso Luciano ha più volte dichiarato di non aver mai provato emozione più grande.
I numeri sono da record: con il biglietto fissato a 50 euro, l’incasso è di 7 milioni e mezzo di euro, “il più alto mai realizzato in Italia da un artista italiano con un solo concerto”, dice orgoglioso uno degli organizzatori, Ferdinando Salzano di F&P. Senza contare che il merchandising e gran parte della ristorazione sono gestiti dall’organizzazione.
“Vanno però ricordate le spese per allestire lo spazio, tra i 5 e i 6 milioni di euro”, aggiunge cauto l’altro organizzatore, il manager di Ligabue Claudio Maioli. In effetti anche l’allestimento è da grandi occasioni: c’è una ruota panoramica illuminata come fosse un luna park, una tenda da circo a strisce bianche e blu per il Liga-museo, e tutto ciò che serve per accogliere al meglio questa enorme mole di persone. Il primo Campovolo risale al 2005. Poi nel 2011 e infine ieri, 19 settembre 2015.
La festa comincia in realtà già venerdì 18, con la proiezione dei film di cui Luciano è regista e sceneggiatore: l’indimenticabile Radiofreccia e il commovente Da zero a Dieci.
Poi Luciano arriva e lo show può cominciare. Sono le 20,30 precise: una radio “gracchia” e si sintonizza su una canzone, trecentomila braccia al cielo e il riff di “Balliamo sul mondo” avvolge la platea in un’unica grande magia.
L’artista sale sul palco con i ClanDestino, la sua prima band, e con loro ripropone “Balliamo sul mondo” con un intro che non veniva suonata proprio dal lontano 1990. Per il secondo tempo c’è la Banda, la sua formazione del 1995. Infine, nel terzo, con una scaletta a sorpresa, si ascolterà il meglio del repertorio di Liga come risuonato e arrangiato nel live Giro del mondo, con la band attuale.
Tutti i fan del Liga avrebbero voluto esserci, non tutti ce l’hanno fatta. Liga saluta anche loro.
“Ciao, ciao a tutti. Non vedo una fila. Ciao a tutti sulla fiducia. Non ho mai visto come questa volta tante persone che chiedevano un saluto da casa, che per motivi di lavoro chiedevano un saluto da qua. Sarà per la prossima volta». Tra il pubblico anche molti vip, tra cui Pau dei Negrita, Elisa, Paola Turchi, Gianluca Grignani, Emma, il cuoco Joe Bastianich e Flavio Insinna.
La scaletta sembra creata appositamente per chi segue il Liga da sempre. Ci sono gli immancabili successoni, quelli da ballare e cantare a squarciagola, come “Urlando contro il cielo”, “Hai un momento Dio?”, “Certe notti”, “Piccola stella senza cielo” (anche questa riproposta come nel 1990: con un medley di grandi classici del rock: Riders on the storm dei Doors, Knockin’ on heaven’s door di Dylan, See me, feel me degli Who, Because the night e Gloria di Patti Smith), ma anche le canzoncine di nicchia, come “Freddo cane in questa palude”, “Angelo della nebbia”, “Figlio d’un cane”, “La forza della banda”, “Rane e Rubiera blues”, “Non dovete badare al cantante”.
“Farò anche quelle che cagate meno”, scherza il Liga introducendo “Radio Radianti”, live inedito. In “Buonanotte all’Italia” sul maxischermo le immagini delle persone care al Liga, scomparse nel corso degli anni: il padre Giovanni “Giuanin” Ligabue, il primissimo manager, Angelo Carrara, il grande Feiez. Poi le ultime hit: “C’è sempre una canzone”, “Non ho che te” e “A modo tuo”, singolo in rotazione in radio da meno di una settimana, commovente testo dedicato alla sua bambina.
Un live che vuole davvero ripercorrere la vita e la carriera del Liga, anche scenicamente: il gilet indossato per “Marlon Brando è sempre lui” (“il massimo della tamarraggine”, ironizza il Liga), le immagini in festa del Bar Mario, il banjo originale di “Non è tempo per noi“, il gigantesco Elvis Presley.
La lunga passerella di settanta metri permette al Liga di abbracciare, grato, tutti i suoi fan.