Carlo Mey Famularo: “Vi racconto il mio Cuba Cafè” – intervista
Abbiamo intervistato Carlo Mey Famularo, autore della sigla "Un posto al sole", in occasione del suo nuovo album Cuba Cafè
Carlo Mey Famularo è una delle voci più note di sempre. Sua è infatti la sigla più longeva e famosa della Tv, ovvero Un posto al sole. Cantautore e autore di 6 album pubblicati, lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita di “Cuba Cafè”.
L’album prodotto da Max Marcolini, fido collaboratore di Zucchero, contiene 10 tracce. Diverse miscele versatili e dal sapore intenso, tra cui una versione rieditata della canzone che l’ha reso celebre. La storica sigla questa volta conta sulla voce della cantante Stefania Orrico.
Intervista a Carlo Mey Famularo
Ciao Carlo. Sei cantautore ed interprete di una delle sigle più amate della tv che dal 1996 entra nelle case degli italiani. Come ha cambiato la tua vita?
Ciao Antonella, sicuramente la sigla ha dato una grande popolarità alla mia voce, ovunque sia andato in concerto in tutto il mondo hanno riconosciuto quel motivo che da 25 anni è in onda, tra l’altro è il programma italiano più’ seguito all’estero. Ma soprattutto sono un cantautore con 6 album pubblicati.
A proposito del brano Un posto al Sole, nel tuo EP “Cuba Cafè”, lo riproponi in veste nuova con Stefania Orrico. Non temi il confronto con la storica versione della Sarnelli?
Sono due versioni diverse, è giusto riproporla in una veste più moderna ed adatta all’album che ho pubblicato. La sigla del programma è stata arrangiata per un format televisivo e rimane unica. Stefania Orrico è una giovane interprete che ha arricchito la nuova versione e di questo sono molto contento.
Cuba Cafè è un album che hai tenuto a lungo nel cassetto e che hai trovato il coraggio di “assembrare” durante il lockdown. Partiamo da una curiosità: da dove nasce il titolo?
Durante la pandemia ho avuto una grande voglia di viaggiare. Ho cercato di farlo con note e musica e la direzione del mio viaggio è stata Cuba dove ho trascorso periodi indimenticabili. Si può viaggiare anche con la musica. CAFE’ perché sono napoletano ed il caffè a Cuba è buono come quello napoletano. Questo album nasce anche dal fortunato incontro con Max Marcolini (co-produttore di Zucchero) che ha prodotto la mia musica.
Il tuo ultimo progetto contiene 10 tracce. Ce n’è una che ti sta particolarmente a cuore o “i figli sono tutti figli”?
Non ho preferenze particolari, le mie canzoni sono figli e i figli sono tutti uguali. Una particolare che mi rimane più forte è Ahi Ahi mi rovinai, che racconta un po’ di me. Una storia importante vissuta con una donna che speravo non finisse mai.
Provo a dirti la mia preferita: mi ha conquistata Un giorno in più. Ti va di parlarcene?
Sì, è una canzone speciale nata da un sogno che spesso ricorre. Mi capita di sognare alcune persone di famiglia che purtroppo mi hanno lasciato. Un giorno in più vorrei stare con loro, un giorno in più. E’ importante sottolineare che i cori sono stati registrati con alcuni amici africani conosciuti in stazione centrale a Milano. Una magia: artisti inconsapevoli di grande talento.
Il ricavato del disco verrà devoluto all’associazione benefica “Emergenza Musica“. Questo ti fa onore. Spiegaci il motivo di questa scelta.
Rappresento in Italia questa associazione e come obiettivo mi sono impegnato a comprare chitarre acustiche da regalare ai ragazzi più poveri dell’Africa occidentale. Il nostro slogan sarà: “Mettiamo strumenti di pace nelle mani dei ragazzi“. I proventi del mio disco serviranno alla realizzazione di questo importante progetto. Le guerre si evitano grazie a cultura musica e arte.
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