2 Luglio 2015 - 15:38

Caso De Luca: non è tutto oro quel che luccica

De Luca

Per Vincenzo De Luca arriva il blocco, temporaneo, della sospensione dalla carica aspettando la pronuncia della Corte Costituzionale sulla Legge Severino

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Dopo attimi di tensione, culminati con il rinvio della prima seduta del consiglio regionale, e il successivo ricorso alla pronuncia del Presidente del Consiglio Renzi (atto suggerito dallo stesso Premier nella conferenza stampa in cui annunciava l’applicazione della Legge Severino) è arrivato il prevedibile blocco, provvisorio, della sospensione per il neo governatore Vincenzo De Luca.

L’ordinanza, emessa dalla I sezione civile del Tribunale di Napoli sulla scia della precedente decisione su De Magistris, parla del              “ rischio di paralisi istituzionale” che attanaglia la Regione Campania sin dalla vittoria dell’ex Sindaco di Salerno alle scorse elezioni regionali.

Pur trattandosi di una vittoria dal punto di vista politico, l’atto presenta delle particolarità che troppo spesso (come accaduto anche per famose “prescrizioni” tramutate dai media in “assoluzioni”) vengono ignorate dalla comune visione.

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Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca

Il blocco della sospensione della carica riguarda un aspetto più complicato di quello che viene “pubblicizzato” e coinvolge direttamente i “garanti” della Carta Costituzionale della Consulta.

La, ormai, celebre Legge Severino (approvata all’unanimità dal Parlamento durante il Governo Monti) è soggetta, infatti, al vaglio degli alti giudici costituzionali per quanto riguarda due articoli specifici (10 e 11) inerenti le situazioni di incandidabilità e sospensione della carica per gli amministratori locali.

La sospensione del Presidente De Luca, come anche per De Magistris, è stata messa solamente in “stand by” grazie al cosiddetto “ricorso per via incidentale”.

In pratica, quando è presente il sospetto di “illegittimità costituzionale” (individuato dal giudice ordinario durante un procedimento) una legge viene affidata al vaglio della Corte e tutte le conseguenze della suddetta legge vengono “temporaneamente” sospese in attesa della decisione finale.

Sia De Luca che De Magistris, quindi, pur avendo ottenuto la “cancellazione della “pena” (la sospensione) da parte della magistratura ordinaria, devono attendere il verdetto della Consulta (fissata per il mese di ottobre) sulla “validità” (o meno) degli articoli citati.

Più che una vittoria di democrazia (considerando in ogni caso l’impasse istituzionale creatosi) si potrebbe quindi considerare l’ordinanza come una “vittoria di Pirro” in quanto si sminuisce la tanto acclamata Legge Severino, approvata (da tutti gli schieramenti) per bloccare la “degenerazione” creatasi a livello locale, facendo leva su una “stortura” di comunicazione in merito all’ordinanza,  producendo di fatto una “falsa” soluzione definitiva.

Fino alla vera chiusura della questione, l’ex Sindaco di Salerno avrà la possibilità di convocare il Consiglio Regionale e far ratificare la sua Giunta in attesa di una nuova (e definitiva) “exit strtegy”.

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