Caso Gregoretti: il riflesso della fragilità della politica italiana
Solo un mese separa Matteo Salvini dal voto che potrebbe portarlo al processo per sequestro di persona sulla nave Gregoretti
Il 20 Gennaio è la data fatidica, Matteo Salvini andrà o meno al processo? I pronostici dicono che il processo si farà. A decretare questa scelta gli ex-alleati pentastellati guidati accompagnati dal primo ministro Giuseppe Conte. Tutti compatti sullo stesso fronte decisi a portare Salvini al processo.
Il leader della Lega commenta sgomento la decisione dei 5 Stelle che, se non cambieranno idea durante le vacanze natalizie, porteranno al processo Matteo Salvini.
“Io sarei peggio di uno strupratore. Per lo stupro la pena è di 12 anni, per il sequestro di 15 anni. Detto questo, noi stiamo preparando tutta la documentazione. Al termine di quattro giorni di presunto sequestro ottenemmo che Paesi europei si suddividessero gli immigrati. Una cosa è certa: lo rifarei.”
Il caso Gregoretti decreta le fragilità, le debolezze e le contraddizioni del panorama politico italiano. Gli attori politici degli ultimi anni sono sempre più propensi a soffermarsi su questioni che portano ad accusarsi reciprocamente. E se ormai ciò ci sembra un’abitudine, questa non è la prassi, o almeno non dovrebbe diventarlo.
Giuseppe Conte primo ministro e Matteo Salvini leader di uno dei partiti più in crescita, si accusano reciprocamente di non dire la verità. Questa non è politica, o almeno non è una politica che merita un paese grande come l’Italia.
Da una parte Conte ci tiene a precisare che la decisione di fermare la nave Gregoretti non fu decisione di Governo ma solo dell’allora ministro degli Interni, ovvero Matteo Salvini. La Presidenza del Consiglio in una nota ufficiale presentata al Tribunale dei Ministri di Catania.
“La questione relativa alla vicenda della nave Gregoretti non figura all’ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell’ambito delle questioni “varie ed eventuali” nel citato consiglio dei ministri (31 Luglio 2019, ndr) nè in altri successivi.”
Qual è la verità?
Così Conte declina ogni responsabilità. Ma una domanda ci sorge spontanea: come è possibile che il fatto non fu trattato in nessun ordine del giorno dall’allora presidenza del Consiglio? Il primo Ministro tratteneva in mare una nave delle Guarda Costiera e nessuno trattava l’argomento declinandolo al solo ministro degli Interni.
La versione di Salvini smentisce proprio questo. Secondo il leader della Lega tutta l’operazione di blocco della nave Gregoretti fu gestita dal Governo, mettendo in moto anche il Presidente del Consiglio per trovare una soluzione europea alla distribuzione dei migranti. L’esecutivo dunque, sapeva bene come stava agendo il ministro dell’Interno. Questa è la verità di Salvini.
Insomma pareri contrastanti che chiariscono la fragilità del nostro sistema politico basato solo su accuse. “Idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani.” così Salvini, forte del successo che ha alla pancia dei suoi elettori, invita a prendere le sue difese.
Dall’altra parte gli ex alleati prendono le proprie decisioni. Salvini merita il processo, e se qualcuno chiedesse ad ogni ministro pentastellato “e perché per la nave Diciotti lo scagionaste?”, la risposta non è tardata ad arrivare dal ministro degli Esteri Luigi di Maio: “Mi sembra sia ben chiaro che la questione Gregoretti non è come la questione Diciotti. Quest’ultima fu una decisione del Governo, la Gregoretti fu propaganda.”
Dunque non ci resta che aspettare il nuovo anno per scoprire se Salvini farà i conti con i suoi abusi di potere, presunti per il momento, o se qualche vento di cambiamento cambierà ancora una volta le carte in tavola.
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