8 Maggio 2019 - 20:35

Caso Siri: Salvini ora gioca allo scarica-barile

Armando Siri

L’ex sottosegretario leghista Armando Siri è ufficialmente fuori dal Governo. Ma Matteo Salvini continua ad indirizzare il dito su Virginia Raggi

La solita (che a questo punto risulta essere quasi imbarazzante) eterna e unica tattica di difesa. Matteo Salvini è l’uomo continuamente osteggiato da tutti, colui che si è fatto da solo e che pensa sempre di governare da solo, non rendendosi conto di essere in un duopolio con il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Movimento che ora giura di essere il suo nemico più arcigno, soprattutto alla luce di ciò che sta succedendo in queste ultime ore. Il sottosegretario leghista Armando Siri, infatti, è ufficialmente fuori dal Governo, per volere del premier Giuseppe Conte. Ed ora, apriti cielo.

La polveriera già minacciava di scoppiare da un momento all’altro, figlia di un momento di equilibrio davvero precario all’interno del Governo. Movimento 5 Stelle e Lega sono già in disaccordo su tutto, in costante litigio. Quest’ultimo capitolo della travagliata gestione governativa sembra aver detto, tra le righe, che all’interno dell’esecutivo non c’è più spazio per la pace apparente. Ora le due formazioni, le due compagini principali, sono in guerra tra loro e non la finiranno almeno fino all’appuntamento cruciale delle Elezioni Europee.

Al termine di un consiglio dei ministri durato due ore, il premier Giuseppe Conte ha imposto la linea della revoca, sostenuta dal M5S che, sin dallo scoppio del caso, si è schierato per le dimissioni. E dagli ambienti leghisti sembrano aver incassato di buon grado la sconfitta.

Basta con i litigi e le polemiche. Ci sono tante cose da fare: flat tax per le famiglie, autonomia, riforma della giustizia, cantieri, sviluppo e infrastrutture. Basta chiacchiere e rinvii.” dicono dalle fonti di via Bellerio.

Peccato che, però, sotto queste parole apparentemente innocue si nasconda un piano ben più congeniale e più adatto alle fattezze da voltagabbana di Matteo Salvini.

Calma apparente

Un do ut des, direbbero i latini. Dalle parti di Matteo Salvini e compagni, c’è naturalmente rammarico per aver perso uno dei tasselli fondamentali su cui basare la politica del proprio Governo. Infatti, Armando Siri non era solamente il sottosegretario alla al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma anche il “teorico” di una delle misure cardine del programma leghista: la Flat Tax.

Oltre a porre sul tavolo l’immediata formulazione della Flat Tax in cambio della “testa” di Siri, il leghista ha anche accentuato una polemica che suona quasi come una risposta alla vicenda governativa. La polemica riguarda, nemmeno a dirlo, la sindaca di Roma Virginia Raggi, da anni indagata ma sempre al suo posto.

Il punto che Salvini trascura del tutto, però, o che almeno omette forzatamente pur di non scadere nel banale e di dare l’impressione di arrampicarsi sugli specchi, è fondamentale. Infatti, attaccando Virginia Raggi, si sta attaccando una figura solamente comunale, che ai fini istituzionali del Governo non rappresenta praticamente nulla. Ben altra cosa rispetto ad un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (spesso e volentieri in prima linea) indagato per corruzione.

E non solo. Perché nel passato dell’ormai ex sottosegretario vi era già un patteggiamento per il crack di Mediaitalia. Ma nonostante tutto la Lega finge di non esserne nemmeno responsabile, e addita tutte le colpe ai colleghi di Governo del Movimento 5 Stelle.

Di certo, il tema della corruzione e della questione morale è davvero attuale, a prescindere dall’ultimo caso. Infatti, non bisogna dimenticare le inchieste lombarde (ancora in corso) e nemmeno quelle calabresi. Tutto materiale che il Movimento 5 Stelle ha usato giustamente a suo vantaggio.

Lo scarica-barile

Matteo Salvini ha attaccato Virginia Raggi non solo per un fatto puramente vendicativo, ma anche (e soprattutto) comunicativo ed elettorale. Infatti, con le Elezioni Europee alle porte, di certo lo scandalo Siri non giova alle ambizioni europee di una Lega che, a quanto pare, si trova costretta a ridimensionare i propri obiettivi.

Meglio, dunque, indirizzare l’opinione pubblica su altri fattori, specificamente sull’alleato di Governo che alle Elezioni Europee si troverà dall’altra parte della barricata. Quale migliore opportunità delle continue vicende che riguardano la sindaca di Roma Virginia Raggi? Matteo Salvini sa bene come giocarsi le sue carte, non c’è dubbio.

Il gioco dello scarica-barile, in questo caso, però, non funziona, in quanto l’opinione pubblica è molto più interessata ad un caso nazionale. Dunque, per la prima volta, il ministro dell’Interno si è trovato con le spalle al muro, senza possibilità di scegliere né di controbattere una decisione che, francamente, è naturalmente giusta.