29 Gennaio 2016 - 12:22

Castelli da fiaba: insoliti percorsi pugliesi

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Non è mai troppo tardi per farsi incantare dalle fiabe, e perché non organizzare un viaggio alla ricerca di luoghi che possono farci vivere una vera e propria esperienza fantastica? Questo venerdì A ZONzo vi condurrà tra alcuni dei più affascinanti castelli pugliesi, al confine tra favola e realtà

[ads1] Quasi un anno fa veniva distribuito nelle sale il capolavoro cinematografico di Matteo Garrone “Il Racconto dei Racconti” dalle location inaspettate ed impressionanti, tutte in Italia. Uno degli episodi narrati è ambientato in un castello ben noto, dall’iconica pianta ottagonale: Castel del Monte ad Andria. Da sempre avvolto da un’atmosfera di mistero, il fascino di questo castello non è mai tramontato, e ancor oggi si staglia su un orizzonte di enigmi irrisolti.

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Castel del Monte

Costruito molto probabilmente prima del 1240 per volere dell’imperatore Federico II, Castel del Monte sorge su un altopiano roccioso a 18 km da Andria e 60 da Bari. Ciò che lo contraddistingue da altri castelli è la caratteristica pianta ottagonale, che è la stessa per le otto torri che circondano il suo perimetro, e a differenza di altre costruzioni militari non presenta un fossato e altri edifici secondari, come ad esempio le stalle.  Per questa e altre ragioni, come il fatto che sia stato eretto secondo calcoli astrali in modo tale da rispondere a delle precise condizioni di illuminazione solare (soprattutto per gli equinozi), Castel del Monte sembra attrarre una serie di ipotesi curiose sulla sua destinazione. Nonostante tutto, molto probabilmente il castello era destinato ad accogliere l’imperatore e la corte durante le battute di caccia oppure per simposi scientifici che assecondavano gli interessi di Federico II, detto non a caso “Stupor Mundi”.

Le sedici sale, otto per ogni piano, hanno forma trapezoidale e presentano ancora qualche residuo delle decorazioni delle volte, con elementi zoomorfi, antropomorfi e fitomorfi. Che la destinazione di questo castello fosse quella di accogliere la corte imperiale lo si può comprendere dall’eleganza degli ambienti, dalle luminose bifore e trifore e dalla presenza in alcune sale di camini. Purtroppo non rimane nulla degli arredi che pur dovevano essere sontuosi e degni di castelli fiabeschi. Altra curiosità: il castello presenta un impianto di tubature e servizi igienici, molto probabilmente di ispirazione orientale.

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Castel del Monte
Garrone durante le riprese del film

Castel del Monte si presta bene a divenire set cinematografico, luogo dell’immaginazione, grazie anche al tenue colore rosato dato dalla pietra calcarea mista a quarzo con la quale è stato edificato, con dettagli architettonici come il portale di ingresso in breccia corallina. Garrone ha scelto questo castello anche per rendere omaggio alla terra natia dei suoi nonni, originari di Bari. “Il Racconto dei Racconti” si ispira alle grottesche ed ironiche fiabe scritte dal napoletano Gian Battista Vico, “Lu cunto de li cunti”, e l’episodio inerente al castello è tratto da “La pulce”.

Nel 1996 Castel del Monte entra a far parte dei siti del patrimonio mondiale Unesco, è tra i più famosi castelli d’Italia, sicuramente tra i più conosciuti della Puglia. È possibile partire da quest’ultimo per comporre un itinerario ad hoc alla scoperta di altri edifici inclusi nel sistema castellare svevo. Durante il suo regno, Federico II ha provveduto a ristrutturare costruzioni normanne e ad erigere castelli, per un totale di almeno 111 fortificazioni sparse tra il territorio pugliese e lucano con l’intento di costituire una rete capillare di difesa; il tour di A ZONzo vi condurrà in quelli presenti nelle città di Bari, Barletta e Trani.

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Castello di Bari

Il castello che sorge nel capoluogo pugliese è scrigno di storia ma anche simbolo della città. Costruito nel XII secolo dal re normanno Ruggero II fu poi riedificato da Federico II nel 1233. Il suo aspetto attuale è frutto di una serie di rifacimenti, tra i quali la cinta muraria aragonese con bastioni angolari a lancia. Per la sua peculiare posizione difensiva a ridosso della costa accoglie i visitatori che si addentrano nel centro storico di Bari, e al suo interno è possibile visitare la Gipsoteca che custodisce manufatti che vanno dall’XI al XVII secolo.

Stessa sorte segna il castello di Barletta, che fu eretto inizialmente dai Normanni e successivamente ampliato sotto il regno federiciano, e presenta una pianta quadrangolare con torri dalle caratteristiche forme spigolose che favorivano la difesa dell’edificio. Anche per quanto riguarda la fortificazione di Trani si può individuare una pianta quadrangolare con quattro torri, evidentemente in linea con il modello dei castelli crociati della Terra Santa. Entrambe le costruzioni sono a pochi metri dal mare e dai rispettivi centri storici, costituendo una cornice capace di condurre i visitatori nel cuore culturale di queste favolose città.

Un altro interessante itinerario è quello che ha condotto A ZONzo presso i castelli di Carovigno, San Vito dei Normanni e Mesagne. Questi edifici sono meno noti rispetto a quelli elencati in precedenza, e sorprendono appunto per la loro maestosa bellezza quasi nascosta. Anche queste tre fortificazioni hanno origini che risalgono all’incirca all’XI secolo, durante il regno normanno.

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Castello di Mesagne

A Mesagne il castello dedicato a “Ugo Granafei” è il Museo civico della città, con un’interessante collezione di reperti archeologici del territorio, con ricchissimi corredi funerari. Il ritrovamento più illustre è sicuramente la tomba di via San Pancrazio, con la camera funeraria dalle mura dipinte conservate quasi intatte. Per la sua particolarissima decorazione pittorica, con fasce colorate in ocra e rosso ed elementi fitomorfi, la tomba è stata prelevata da via San Pancrazio e rimontata all’interno del castello, dove è possibile vedere anche l’esatta collocazione degli oggetti del corredo in essa ritrovati grazie a delle riproduzioni disposte al suo interno.

I castelli di Carovigno e San Vito dei Normanni hanno in comune la denominazione dovuta all’ultimo proprietario: il Conte Dentice di Frasso. Le due città sono a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, ed entrambe hanno un delizioso centro storico con la possibilità di raggiungere facilmente il mare e le zone di balneazione. Il nucleo principale del castello di San Vito dei Normanni è sicuramente la torre, la cui costruzione è attribuita ai primi decenni del XII secolo. Dalle classiche merlature medievali, la costruzione molto probabilmente era destinata anche come residenza di caccia e presenta sulla porta d’ingresso lo stemma della famiglia Dentice di Frasso con il relativo motto “Noli me tangere”. L’attuale portone d’accesso a sesto acuto è però risalente all’ultimo restauro (dei primi del 1900), ciò nonostante contribuisce a creare la sensazione di attraversare un varco per un mondo magico.

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Castello di Carovigno

Con le dovute differenze, il castello di Carovigno sembra capace di eguagliare in fascino il maestoso Castel del Monte. Le sue mura merlate, le torri, gli eleganti cortili con l’importante balconata, la loggia, suggeriscono l’eleganza e lo sfarzo di questa residenza principesca. Il primo documento che ne attesta la presenza risale al 1163 e per la sua posizione strategica esso presidiava la difesa della porta nord di Ostuni e per gli attacchi dal mare. La fortificazione presenta una rara pianta triangolare, con le sommità leggermente aggettanti, mentre la torre principale ha un andamento lievemente curvilineo, molto probabilmente dovuto all’influenza dell’architetto Francesco di Giorgio Martini che in quel periodo era in territorio pugliese.

L’architetto senese era infatti molto impegnato nei lavori di costruzione del castello di Taranto, del quale vi abbiamo già parlato in un precedente articolo di A ZONzo (che potete rileggere qui).

Tra fortezze difensive e castelli fiabeschi, i due tour proposti oggi vi hanno condotto in una Puglia insolita e meno conosciuta, tra favola e realtà. A ZONzo torna lunedì e vi augura un buon weekend!

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