Gli occhi di un re di Catherine Banner
Primo libro di una trilogia,”Gli occhi di un re” di Catherine Banner, racconta l’evasione da un regime dittatoriale attraverso la magia e un mondo parallelo
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“Quel libro m’insospettiva. Non sapevo se fosse il caso di toccarlo. Forse era meglio lasciarlo dov’era. Mi voltai per allontanarmi, ma non ci riuscii. L’avrei preso, sapevo che l’avrei fatto. Era inevitabile”.
Così Leo, il protagonista, si avvicina a un misterioso libro. E in modo simile mi sono avvicinata anche io a “Gli occhi di un re”. Dalla scrivania di un’amica gli occhi in copertina sembravano fissarmi. Non so resistere alla curiosità e tanto meno a un libro. Allora ho iniziato a leggere… e non me ne sono pentita.
Autrice de “Gli occhi di un re”, Catherine Banner è una scrittrice fantasy britannica. Ha iniziato a scrivere “Gli occhi di un re” a 14 anni, durante le vacanze estive e poi nel tempo libero, e l’ha pubblicato a soli 19 anni.
Negli anni successivi ha pubblicato altri due romanzi, chiudendo così la trilogia.
“Gli occhi di un re” è la vita di Leonard North, un giovane quindicenne frustrato per la vita che è costretto a condurre, per l’impossibilità di essere libero. Vive a Melonia con la nonna e il fratello, ed è arrabbiato col mondo e col governo che ha costretto i genitori alla fuga per le loro idee. Lo stesso governo dittatoriale che pattuglia costantemente le strade e che obbliga i ragazzi a un’unica istruzione: l’addestramento militare e la dottrina del regime.
“Preferirei morire pur di non finire in quel l’esercito di merda”.
La vita di Leo, ragazzo ribelle, cambia quando trova un libro magico. Un libro che si scrive da solo davanti ai suoi occhi. Un libro che racconta di una terra lontana chiamata Inghilterra e di un principe ereditario sopravvissuto ed esiliato. Da qui il romanzo procede con tre punti di vista diversi, (che creano curiosità, pur spaventando, forse, inizialmente) distinguibili grazie alla diversa formattazione del testo: il punto di vista del Leo del passato, quello del libro magico e quello del Leo più anziano.
Non vi sono guerre o azioni eclatanti, la dinamicità è tutta nello spessore morale e nell’evoluzione del protagonista. Il suo compito è sopravvivere agli ostacoli che la vita pone sul suo cammino,compito non facile considerando la sua impulsività e il suo orgoglio che spesso mettono in difficoltà sé e i suoi familiari.
“E forse penserai che è una vita triste. Non lo è, in realtà non lo è. È la mia vita. Tutte le vite sono tristi. Tutti pensiamo di precipitare, a volte. Ma alla fine impariamo a sopravvivere“.
Il destino di Leo si incrocia solo un paio di volte con quello di Ryan e Anna, la cui storia è raccontata dal libro magico, e che vivono in Inghilterra, un universo parallelo in cui la gente viaggia su carri scoppiettanti detti automobili e conosce armi prodigiose chiamate fucili.
Le vicende passate e presenti di Inghilterra e Malonia s’intrecciano quando Leo scopre che Ryan è l’erede al trono della saggia famiglia reale che governava Malonia prima che l’attuale dittatore la spodestasse, decidendo poi di aiutare Ryan a riconquistare il suo regno.
“So che la fortuna è importante, certo che lo è. Se non fossi nato quello che sono, avrei potuto seguire le mie inclinazioni”.
Nel libro trovano spazio lo stupro, la violenza fisica, la morte, la religione, il suicidio e l’importanza di prendersi le proprie responsabilità e agire non solo per il proprio, ma anche per l’altrui interesse.
“È difficile chiudere il libro, ma lo farò. E sarà difficile lasciartelo leggere, ma farò anche questo”.
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