24 Aprile 2019 - 12:08

CDM, tensione Lega-M5S: “Salva Roma” passa solo a metà

salvini

CDM caratterizzato da forti tensioni all’interno della maggioranza: “Salva Roma” approvato solo a metà e ancora incertezza sul caso Siri

Il CDM di ieri passerà alla storia come uno dei più tesi da quando è al governo la maggioranza Lega-M5S. Dopo 4 ore di riunione, restano tuttavia irrisolti i nodi principali presenti sul tavolo. Il decreto “Salva Roma” è stato approvato infatti solo parzialmente mentre resta ancora incerto il futuro del sottosegretario Siri indagato per corruzione.

“I debiti della Raggi non saranno pagati dai cittadini” ha esclamato un soddisfatto Matteo Salvini all’uscita da Palazzo Chigi. Il decreto “salva Roma” è infatti stato approvato solo per quanto riguarda i commi 1 e 7, mentre sugli altri sarà decisivo il parere del Parlamento che secondo lo stesso Ministro degli Interni “saprà migliorare un provvedimento che sarà a costo zero non solo per i romani ma per tutti gli Italiani”.

Il leader leghista ha poi ribadito la sua fiducia al suo uomo Siri, indagato per corruzione ma che secondo Salvini è “innocente fino a quando la magistratura non avrà espresso parere contrario. Per me resta al suo posto”. Non si è fatta attendere la risposta della sua controparte penta-stellata. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha infatti usato parole dure nei confronti dello stesso Salvini e di Siri ritenendo le dimissioni del sottosegretario come “un atto dovuto per un Governo che si presenta come governo del cambiamento” e ricordando inoltre la vicenda De Vito che venne allontanato subito dallo stesso Di Maio dopo il recente scandalo che lo ha coinvolto.

L’apice dello scontro all’interno del CDM si è avuto quando Salvini si è bruscamente allontanato dalla riunione per affrontare i media e annunciare le decisioni sul “salva Roma”. Al suo rientro il premier Conte lo ha severamente apostrofato con un “non siamo i tuoi passacarte”.

Il movimento 5 stelle può comunque esultare per l’approvazione della norma sul rimborso dei truffati dalle banche. L’indennizzo diretto dovrebbe aumentare fino a 200mila euro. Approvati anche i finanziamenti alle Zes (zone economiche speciali) per 300 milioni in tre anni.

Alla fine del CDM la mediazione sui vari punti è stata trovata e lo stesso Di Maio ha annunciato che il Governo non è a rischio anche perchè “ci sono ancora molte cose da fare, dai salari minimi agli aiuti alle imprese”. Nonostante i toni concilianti è tuttavia innegabile come spesso nelle ultime settimane le due compagini di Governo siano arrivate allo scontro e neanche la mediazione del premier Conte sembra adesso bastare tanto da non poter escludere sviluppi clamorosi nel prossimo futuro.