China: “Frammenti è il disco della ricostruzione”
Il rapper China, al secolo Simone Costantino, ha pubblicato il suo ep di debutto: “Frammenti”, storia di un addio in 8 tracce: “Credo ancora nell’amore ma sono diventato più selettivo”
La musica come terapia, unico viatico per superare il dolore di una perdita: è questo il concept che viene fuori chiaro e forte dall’ascolto di “Frammenti”, il primo ep in 8 tracce del rapper capitolino China, al secolo Simone Costantino.
L’album, uscito lo scorso 15 Marzo per Clandestin Recordz, è stato presentato questa mattina in conferenza stampa su Google Meet: “Quest’album nasce dalla perdita di una persona molto importante”, ha raccontato Costantino ai giornalisti intervenuti, con l’emozione di chi è ancora agli inizi della sua carriera, “Solo la musica mi ha dato una strada per distaccarmi dal passato, oltre che una consapevolezza: voglio trasformare tutto ciò che di bello o brutto mi accade in arte per le altre persone, e far sì che a loro arrivi il mio messaggio d’amore e improntato su valori che oggi si stanno perdendo”.
Dal punto di vista musicale “Frammenti” è una intelligente commistione tra i generi che oggi dominano le classifiche di vendita (rap, hip-hop e soprattutto trap) e i migliori esempi di cantautorato pop italiano Anni Novanta, echi del quale sono ravvisabili soprattutto nella terza traccia dell’album “Cosa resterà”.
Pur nella sua giovane età, China ha già una poetica ben chiara; d’altronde, dice, “farei fatica a raccontare qualcosa che non mi assomiglia. E’ per questo che preferisco raccontare di me: potrò piacere oppure no, ma almeno sarò stato vero.”
In “Frammenti”, come detto, China racconta del dolore di una perdita, della faticosa ricostruzione dalle crepe che questa perdita gli ha lasciato. E queste crepe si fanno, di volta in volta, musica ed immagini vivissime: le più utilizzate sono senz’altro il buio (inteso soprattutto come la condizione interiore di chi, improvvisamente, ha perso la bussola ed ogni certezza) e le ali, quelle che a Simone, attraverso la musica, servono e sono servite per uscire dalla stanza – chiusa dall’interno – del proprio dolore. Un luogo asfittico e impermeabile, dove gli agenti atmosferici (la pioggia di Cosa resterà) e le stagioni, si susseguono senza lasciare traccia e, come nella migliore tradizione lirica italiana, diventano emblema tangibile del male di vivere che affligge l’autore: in Foglie d’autunno, per esempio, gli alberi che si spogliano progressivamente non sono altro che metafora della perdita di slanci, e dell’assenza di una progettualità condivisa e a lungo termine, di chi fa i conti con la fine di un amore.
In “Frammenti” China guarda in faccia il suo dolore, gli dà una consistenza e quasi ci parla. Ed è forse per questo che l’album si apre con “Monologo”, una traccia completamente parlata, quasi fosse un messaggio vocale su Whatsapp, in cui il rapper si rivolge direttamente alla persona amata e poi persa: “Se credo ancora nell’amore? Certo che sì. Col tempo credo solo di essere diventato più selettivo: è giusto voler capire se valga davvero la pena lasciarsi andare con qualcuno, e soprattutto circondarsi di persone che tirino fuori solo il meglio di te”.
Quando la pandemia sarà solo un brutto ricordo, China presenterà dal vivo i pezzi del suo primo album: “Stare lontano dal palco, dall’euforia del palco, per un artista è pesante. Ma io mi farò trovare pronto per quando si potrà: nel frattempo mi alleno e passo moltissimo tempo in studio a creare e a produrre nuova musica”.
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