9 Aprile 2021 - 11:37

Claudio Amendola pro Ddl Zan: “Combattere ignoranza dell’anima”

Claudio Amendola ddl Zan

Claudio Amendola si aggiunge alla lunga schiera di personaggi dello spettacolo che spingono perchè il Ddl Zan ottenga il lasciapassare del Senato

Dopo Mahmood, Elodie e Fedez – tra gli altri – alla lunga schiera di personaggi dello spettacolo che chiedono l’approvazione del Ddl Zan su omotransfobia, misoginia e abilismo, si aggiunge anche Claudio Amendola.

L’attore romano, che nelle prossime settimane tornerà a vestire i panni dell’ispettore Carlo Guerrieri per le riprese della terza stagione della fiction Rai “Nero a metà”, ha convintamente asserito- dal palco del Maurizio Costanzo Show al Teatro Parioli di Roma mercoledì scorso – che il pantano in cui è rimasto il Ddl Zan al Senato è frutto di un retaggio culturale maschilista e sessista che da sempre è il più grande morbo che attanaglia il nostro Paese, manifestazione di “un’ignoranza atavica, un’ignoranza dell’anima”.

Nel corso di uno scambio infragenerazionale con l’influencer Tommaso Zorzi, Claudio Amendola ha detto: “Quello che stanno dicendo questi ragazzi giovani, dovrebbe essere un insegnamento per quelli della mia generazione, educati da padri padroni, da maschi ignoranti (…) E non è l’ignoranza del non aver studiato, ma un’ignoranza atavica, l’ignoranza dell’anima”. Poi l’ex simpaticissimo capofamiglia de “I Cesaroni”, tra le saghe più popolari di casa Mediaset, ha concluso: “Io ne conosco di quegli uomini, li frequentiamo ma non dovremmo frequentarli. E ragazze, quegli uomini lì lasciateli”.

A che punto siamo?

Mentre l’opinione pubblica si mobilita, il ddl Zan lo scorso 7 Aprile ha subìto un nuovo rinvio, questa volta sine die: “Non c’è nessuna decisione sulla calendarizzazione di questo disegno di legge”, fa sapere il leghista Andrea Ostellari dalla commissione Giustizia del Senato. Richiesto l’accorpamento di altri quattro provvedimenti che trattano la stessa materia del disegno di legge Zan su omotransfobia, misoginia e abilismo, la palla passa ora nelle mani della Presidente del Senato Casellati, attesa dettare i tempi della discussione del provvedimento, appoggiato da M5S, Pd, Leu e Iv, apertamente osteggiato da Fratelli d’Italia e Lega e guardato sul chi va là dagli azzurri di Forza Italia.