30 Novembre 2020 - 19:48

Clima, 6 cittadini portoghesi denunciano 33 Stati alla Corte Europea

surriscaldamento clima

Clima rovente in Europa: sei cittadini portoghesi tra gli 8 e i 21 anni hanno denunciato 33 Paesi membri del Consiglio d’Europa, tra cui l’Italia, di non rispettare gli impegni assunti firmando l’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni. La CEDU approva il ricorso

Sembra una storia uscita direttamente da un film, invece è tutto vero. Sei cittadini portoghesi di età compresa tra gli 8 e i 21 anni hanno denunciato ben 33 Paesi membri del Consiglio d’Europa (Italia inclusa) davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), con il supporto della ONG Global Legal Action Network. L’accusa? Nientemeno che il mancato rispetto degli impegni assunti ratificando l’Accordo di Parigi del 2015, arrivato a seguito della COP 21 sul clima. E la CEDU ha accolto il ricorso, invitando formalmente i governi dei paesi chiamati in causa a rispondere entro febbraio 2021, dando inizio alla fase processuale.

I sei ragazzi hanno maturato questa decisione nel Luglio del 2017, quando un’ondata di caldo anomalo investì il Portogallo causando una serie di incendi e 120 morti nella regione di Leira, dove risiede la maggior parte di essi. Nell’agosto del 2018 poi, a Lisbona i termometri hanno registrato le temperature record di 44°C. Preoccupati per il clima e per il loro futuro, i sei ragazzi si sono rivolti alla ONG Global Legal Action Network, i sei ragazzi hanno attivato un crowdfunding per le spese legali, trascinando in tribunale ben 33 Stati. La loro speranza è che la CEDU emani una sentenza che obblighi i Paesi a rispettare gli impegni presi ratificando l’Accordo di Parigi.

Normalmente, prima di arrivare alla CEDU bisogna passare prima da un tribunale nazionale, a meno che non sia impossibile farlo: e in effetti impossibile considerando che in questo caso i Paesi sono ben 33. Ma c’è anche un’altra ragione che ha spinto i ragazzi e la ONG a rivolgersi direttamente alla Corte: non sempre i tribunali nazionali riescono ad obbligare i governi a rispettare gli accordi presi. La speranza, per questi ragazzi, è che la CEDU segua le orme della Suprema Corte dei Paesi Bassi, la quale ha preso una decisione storica accogliendo un ricorso nel 2015 e confermata in appello nel 2018: imporre al governo nazionale di impegnarsi maggiormente nella riduzione delle emissioni climalteranti.

Intanto, la UE sta lavorando ad una nuova legge per ridurre le emissioni climalteranti, ma la strada è tutta in salita a causa delle richieste dei paesi del Gruppo Visegrad.