Clint Eastwood, il giustiziere di Trump
Clint Eastwood spiazza l’opinione pubblica americana esprimendo la sua preferenza elettorale per Donald Trump, che definisce “uno tosto”. Un attacco diretto alla neonata “pussy generation” americana
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Clint Eastwood, di noto orientamento repubblicano, ha dichiarato pubblicamente in un’intervista rilasciata alla rivista Esquire, nel numero in uscita a settembre, il suo sostegno al candidato repubblicano alla Presidenza, Donald Trump. Un’affermazione attualmente controcorrente, considerando che molte star, soprattutto al femminile, hanno espresso il proprio sostegno ad Hillary Clinton.
E proprio contro quest’ultima, il regista hollywoodiano. liberale di destra, si mostra alquanto inclemente: “Sarebbe dura dover ascoltare la voce della Clinton per quattro anni”. La candidata democratica è stata quindi accusata di perseguire la politica di Obama, essendosi fatta “un sacco di grana da quando è in politica”.
Pur ammettendo di non essere sempre d’accordo con Trump, Clint Eastwood, che si è dichiarato infatti a favore dei matrimoni gay e dell’eutanasia, sostiene di voler premiare l’onestà – poco intellettuale – dell’imbarazzante candidato repubblicano.
L’attore e regista, negli anni diventato cinematograficamente l’immagine dell’America che pretende giustizia, si scaglia così contro la “pussy generation”, quella buonista, che ha paura di dire le cose come stanno, che si prostra al politically correct.
Peccato che le inarrestabili gaffes e l’incitamento all’uso della bomba atomica, abbiano inficiato gli ultimi giorni di campagna di Trump, decretando un netto ostacolo alla sua ascesa elettorale, facendo sprofondare i consensi della sua stessa schiera repubblicana.
Forse però il sostegno pubblico di un’icona di Hollywood potrà risollevarne le sorti, proprio tra la “pussy generation”.
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