Coronavirus, Conte dà un ultimatum all’Unione Europea
Il premier Giuseppe Conte ha dato dieci giorni all’UE per risolvere l’emergenza Coronavirus. Dall’Austria, intanto, arriva un no secco ai Coronabond
Niente bozza, un nulla di fatto. L’Italia ha rifiutato di firmare la bozza di conclusione del Consiglio UE sulla risposta economica all’emergenza Coronavirus. Giuseppe Conte, a quanto si apprende da fonti da Palazzo Chigi, ha dato dieci giorni all’Europa per trovare una soluzione adeguata e affrontare tutti insieme la grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo. La giornata è stata tesissima, e lo scontro tra i Paesi UE si è acuito, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dei Coronabond.
Conte ha chiesto ai leader europei di istituire una sorta di gruppo di lavoro formato dai cinque presidente delle istituzioni europee (Consiglio, Commissione, Parlamento, Banca e Eurogruppo) per formulare una proposta comune. Proposta che, si sottolinea, è stata formulata dal premier in accordo con il suo omologo spagnolo Pedro Sanchez. Dall’Eurogruppo hanno espresso apprezzamento per le aperture e hanno condiviso il programma sia la Francia, che l’Irlanda, la Grecia, il Portogallo e il Lussemburgo. Nonostante ciò, il premier ha comunque espresso i propri dubbi sulla situazione.
“Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi? Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno.” ha dichiarato Conte.
Nonostante i proclami, però, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha spento ogni entusiasmo sul nascere, opponendosi a qualsiasi tipo di accordo simile.
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