Coronavirus: tutte le possibili cure al vaglio degli scienziati
Al momento cure non ce ne sono, ma i ricercatori sono al lavoro per trovare un farmaco o un vaccino per sconfiggere il Coronavirus. Vediamoli tutti
Se al momento non è esiste una cura certa ed efficace per Coronavirus, è pur vero che praticamente tutti i laboratori, le aziende farmaceutiche e gli scienziati che qui lavorano stanno dando del loro meglio. Un lavoro indefesso per trovare un farmaco o un vaccino in grado di sconfiggere il Sars-Cov-2, sia per salvare un numero indefinibile di vite umane sia per dare lustro e fama eterna al paese che lo scopre. Purtroppo i tempi sono lunghi: la sperimentazione richiede settimane se non mesi e lo stesso periodo servirà, successivamente, per riprodurlo in milioni di dosi.
Sono diverse le molecole attualmente al vaglio degli scienziati che danno risultati più o meno incoraggianti. Tuttavia, non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi. Per adesso l’importante è la prevenzione, seguire le linee guida per evitare il contagio e confidare solo ed esclusivamente nelle fonti ufficiali.
Ecco un elenco delle principali terapie studiate ed in fase di sperimentazione pre-clinica e clinica.
I farmaci contro il Coronavirus
Innanzitutto, l’EMA ha diramato un comunicato in cui smentisce categoricamente il pericolo derivato dall’utilizzo di ibuprofene ed altri antinfiammatori. Inoltre, i farmaci utilizzati sono, al momento, già stati studiati per altre malattie e si sta tentando di dimostrare l’efficacia anche contro il Coronavirus.
Idrossiclorochina
Un farmaco appartenente alla classe dei chinoloni antimalarici. Si tratta, per l’appunto, di una molecola che nasce come cura per artrite reumatoide e lupus eritematoso sistemico che viene anche utilizzato per combattere la malaria. Questo farmaco è attualmente studiato soprattutto in Francia, dove sono stati riportati i primi risultati positivi su 24 pazienti trattati. Secondo tale studio, la carica virale di si annullerebbe dopo solo sei giorni di somministrazione. Ma sembrerebbe creare interazioni con alcuni farmaci comunemente usati in terapia intensiva.
Favipiravir (nome commerciale Avigan)
Si tratta di un farmaco utilizzato in Giappone, e non autorizzato in Europa, usato dal 2014 per contrastare virus influenzali conosciuti o emergenti. Lo studio giapponese parla di 340 pazienti trattati e da cui sono stati ricavati risultati incoraggianti. Tuttavia, l’AIFA precisa che tale studio non è stato sottoposto alla valutazione di esperti (pre-proof) e si tratterebbe di una ricerca non randomizzata su pazienti non lungo degenti. Per questo motivo, il farmaco non viene autorizzato in Europa per il trattamento del Coronavirus.
Remdesivir
Quello che per l’OMS è il principale candidato a farmaco contro il Coronavirus. È un farmaco antivirale nella classe degli analoghi nucleotidici, già utilizzato per i virus a RNA come Ebola, ad esempio nell’epidemia in Congo, e che ha effetti contro diversi virus quali Merburg, SARS e MERS. Secondo diversi studi, parrebbe efficace anche contro Covid-19 e già diversi pazienti, in Italia e non, sono guariti grazie a questo utilizzo.
Lopinavir/ritonavir
L’associazione di questi due farmaci è nata come cura all’HIV. Fanno parte degli antivirali per uso sistemico, in combinazione, che in HIV inibisce le proteasi producendo virus incompleti e non in grado di replicarsi. In Italia è stata una delle prime cure, insieme a Remdesivir, ad essere utilizzate sperimentalmente.
Tocilizumab
Altra molecola studiata in Cina e in Italia e attualmente sotto l’occhio attento dell’AIFA che ha autorizzato uno studio off-label del farmaco. Appartiene alla categorie farmacoterapeutica degli immunosoppressori, inibitori di interleuchine. A differenza dei precedenti farmaci che combattono direttamente il Coronavirus, il tocilizumab (utilizzato contro l’artride reumatoide), ha la capacità di migliorare lo stato infiammatorio tipico della polmonite virale (che è la conseguenza principale, più grave e più letale della malattia). Sono già diversi i casi di pazienti guariti in seguito alla somministrazione di questo farmaco ed anche in questo caso l’AIFA ha autorizzato una sperimentazione su diversi pazienti in tutta Italia.
Cellule staminali
Dal Giappone, infine, giungono diverse notizie di cure con cellule staminali prelevate da pazienti positivi al Covid-19. Le cellule staminale sembrerebbero in grado di riparare il danno cellulare causato dal virus nei polmoni. Attualmente, però. gli studi sono esigui e le terapie potrebbero essere utilizzate solo su un numero ristretto di pazienti.
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