21 Luglio 2015 - 12:10

La Corte europea per i diritti dell’uomo condanna l’Italia

Altra stoccata della Corte europea per i diritti dell’uomo in tema di matrimoni gay. Ora si chiede al Parlamento una disciplina sulla materia

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Dopo la pronuncia sul G8 di Genova, in cui si invitava il Paese a disciplinare il reato di tortura, la Corte europea per i diritti dell’uomo infligge l’ennesima stoccata all‘Italia.

In questo caso il tema riguarda uno dei maggiori tabù della penisola che, al pari della discussione sulle droghe leggere, non ha mai trovato una vera e propria soluzione: i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Lo spinoso tema, su cui si è sempre scagliata contro l’opposizione cattolico – conservatrice, trova finalmente una disciplina proprio grazie all’intervento della CEDU.

La Corte di Strasburgo, infatti, ha condannato il nostro Paese per aver violato l’articolo 8 ( disciplinante il “diritto al rispetto della vita familiare e privata”)della convenzione ed ha, inoltre, invitato il Parlamento a varare un provvedimento a favore delle coppie omosessuali.

La Corte europea per i diritti dell'uomo condanna l'Italia

I giudici della Corte europea per i diritti dell’uomo

La “battaglia” europea, su cui la Corte dei diritti dell’uomo si è espressa all’unanimità, parte dalla denuncia di tre coppie, guidate da Enrico Oleari (Gaylib, associazione di gay liberali e di centrodestra), che, rivoltesi ai comuni di appartenenza, hanno visto negare il loro riconoscimento da parte dell’ente.

La pronuncia dei giudici europei è stata più pesante del solito, in quanto, si è evidenziato come “la tutela legale disponibile in Italia non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave della coppia stabilmente impegnata e non è sufficientemente affidabile”.

Non è la prima volta che la Corte emette una sentenza del genere; nel giugno scorso i giudici hanno “richiamato all’ordine” anche la Grecia al fine di disciplinare la tutela per le coppie dello stesso sesso.

Ora la palla passa al Premier Matteo Renzi che ieri ha annunciato, all’assemblea PD,l’approvazione del ddl Cirinnà (che disciplina le unioni civili) entro l’anno nonostante i forti contrasti interni alla propria maggioranza.

Altra risposta è invece arrivata dalla CEI (Conferenza episcopale italiana) il quale, spiazzata dall’interveno a gamba tesa della Corte per i diritti dell’uomo, ha affermato che “le priorità per il paese sono altre”.

Quando l’Europa non è solo economica può portare grandi benifici per uno Stato, permettendo allo stesso quel salto di qualità che per molti anni è stato impedito internamente.

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