Crimi: perchè quella sulle fake news non è semplicemente una gaffe
Intervenendo al City Lab Tour, il sottosegretario all’editoria avrebbe fatto un accostamento che sta facendo molto discutere tra fake news e libertà di espressione
Si sarebbe appellato alla “libertà d’espressione” il sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, nel tessere una improbabile difesa delle fake news durante un suo intervento al City Lab Tour della piattaforma Rousseau. Per non farci prendere dal panico, o dallo sconforto, vedete voi, è forse il caso di andare a rileggere l’articolo 21 della nostra intoccabile (almeno fino ad un referendum di cui abbiamo tutti fresca memoria) Costituzione.
L’articolo 21 recita così: « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. »
Già da questi primi due commi viene fuori una falla nell’affermazione di Crimi: si parla di pensiero, dunque di un’opinione, e non di fatti. I fatti hanno delle fonti, sono tali proprio perchè incontrovertibili.
Le opinioni cambiano, sono volativi.
Va bene la libertà d’espressione ma se il sole è giallo io non mi sognerò mai di scrivere, e di far credere che il sole è verde e di inveirti contro perchè non rispetti la mia opinione.
Crimi dice che la carta stampata e l’informazione web sono su due piani diversi: una è responsabile, l’altra si basa sul libero scambio delle informazioni tra cittadini.
Come a dire: sul web ti è lecito dire bugie.
Come se non fosse importante anche e soprattutto sul web, incrociare fonti, permettere ai lettori la continua e costante reperibilità e rigenerazione delle informazioni. Come se fosse di poco conto garantire uno spazio super-partes.
Le fake news proliferano lì dove c’è una scarsa capacità e volontà di reperimento delle informazioni. Quello che dovrebbe fare un’istituzione, ben prima di schierarsi da una parte o dall’altra di una battaglia ormai obsoleta (quella tra carta stampata e web che, chiunque con un minimo di capacità di discernimento lo capirebbe, possono convivere pacificamente) sarebbe educare alla corretta informazione: come riconosco una notizia falsa? Come posso evitarle?. Sono gli strumenti in questo senso che oggi ci mancano e che un sottosegretario all’Editoria dovrebbe preoccuparsi di fornire.
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