30 Giugno 2021 - 13:14

Cyberbullismo, quella linea sottile fra lo scherzo e il reato

cyberbullismo

C’è una linea sottile fra scherzo e cyberbullismo: ma quando si tratta di uno scherzo e quando si parla di reato? Riflettiamoci insieme

Spesso capita che i cyberbulli non sanno di star facendo qualcosa di sbagliato: “ma va, è solo uno scherzo!”, solitamente rispondono. Meme, pagine social, Tik tok et similia sono il pane quotidiano di ogni adolescente sui social. Ma qual è il limite tra scherzo e bullismo online?

Come riportato sul sito del MIUR, per cyberbullismo si intende un “insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chatt rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi.” Oltre all’aggressività, la caratteristica principale che rende un atto di bullismo online tale è l’intenzione.

Il bullo o il cyberbullo, prima di tutto, deve voler fare del male: provocare disagio nella vittima, umiliarla, denigrarla, allontanarla dal gruppo dei pari. Questi effetti, però, potrebbero accadere anche nel caso in cui la “miccia” non sia accesa in modo intenzionale. Anche in quel caso si parla di bullismo informatico?

Un altro campanello d’allarme che può farci capire che si tratta di cyberbullismo e non di semplice scherzo è la durata. Gli atti di bullismo sono spesso reiterati nel corso del tempo e non si parla mai di un episodio singolo. Lo scherzo, invece, ha il carattere dell’unicità, resta fine a se stesso.

Come distinguere lo scherzo da una violenza?

Partiamo da una situazione concreta. Se qualcuno decide di scattarti una foto stupida e ne ridete insieme, potremmo concordare che non si tratta di bullismo elettronico. Lo scherzo, infatti, è fatto per ridere con una pesona; in atti di cyberbullismo si ride di quella persona.

Caso diverso è se quella stessa foto viene spedita in giro – su gruppi facebook, whatsapp etc – e si crea un pubblico che inizia a schernirti (spesso anche a tua insaputa). In quel caso, rispetto alla sensibilità di ognuno, il disagio potrebbe iniziare a farsi sentire: è il caso di intervenire perché potrebbe essere il preludio di atti di cyberbullismo.

Potrebbe succedere anche il contrario. Un semplice scherzo – effettivamente visto come tale – potrebbe essere additato immediatamente come una prevaricazione o una violenza. Qual è il confine?

Le sensibilità di ciascuno di noi sono varie: nessuno reagisce allo stesso modo di fronte ad una determinata situazione. L’unica soluzione sempre valida è parlare, affrontare la situazione – ed eventualmente il problema, e chiedere scusa quando necessario.