30 Giugno 2021 - 12:36

M5S, Conte dopo la rottura con Grillo: “No alla svolta autarchica”

Conte, movimento 5 stelle

L’ex premier Giuseppe Conte dice di esserci rimasto male, dopo la rottura con Grillo. E, intanto, incassa il pieno sostegno di Vito Crimi

Un “day after” abbastanza concitato. Giuseppe Conte ha parlato subito dopo lo strappo sancito con Grillo per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle. L’ex premier dice di esserci rimasto male per il post di Grillo, anche perché lui stesso aveva raccolto l’impegno per rilanciare il Movimento. Negli ultimi quattro mesi ha lavorato al nuovo statuto, ha mediato con Davide Casaleggio per ottenere i dati degli iscritti. Poi ha fatto in modo che venisse costruita una nuova piattaforma digitale. Parallelamente ha seguito le trattative per i candidati alle amministrative dell’autunno prossimo. E non ha dimenticato la linea politica da seguire nei confronti del Governo di Mario Draghi. Poi è arrivata la spaccatura.

Non andiamo mai indietro. Ammetto di esserci rimasto male, ma non tanto per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per una intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. Questa è una grande mortificazione per tutti loro.” ha dichiarato Giuseppe Conte.

Difficile non comprendere la tristezza da parte di quello che era diventato, negli ultimi mesi, il “faro” del partito. Ieri era arrivato lo strappo da parte del garante, che aveva detto: “Conte non potrà risolvere i problemi del M5S perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.

Inutile dire che, però, a questo punto sembrano stare tutti dalla parte di Conte. Addirittura Vito Crimi, che ha scritto su Facebook: “Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel MoVimento. Manterrò le mie funzioni per il tempo utile a consentire gli adempimenti necessari allo svolgimento delle prossime consultazioni.

Insomma, il garante ora è in condizioni pietose.