6 Settembre 2018 - 17:20

Venezia 75: David Cronenberg e lo sguardo al futuro del cinema

David Cronenberg

Il regista canadese David Cronenberg, presente al Festival di Venezia, dice la sua sul cinema. E include Netflix nella sua idea

Il regista David Cronenberg ha 75 anni, ma è solo un dato anagrafico. Il canadese, giunto al Festival di Venezia per ritirare il Leone d’Oro alla carriera, e per presentare la versione restaurata di M. Butterfly, ne approfitta per parlare del futuro del cinema.

Futuro che, per David Cronenberg, il cinema non dovrebbe avere. Infatti, secondo lui, l’esperienza della visione di film in sala si sta letteralmente smantellando, in favore dello streaming e dell’evoluzione della tecnologia digitale.

Il cinema ormai è come il vinile, come chi si ostina a usare la macchina da scrivere.” dichiara il regista. Ci va giù pesante, senza mezzi termini. Durante la sua masterclass, ha incontrato pubblico e stampa, suscitando più volte le risate della sala proponendosi a Netflix per una serie TV.

In effetti, da ben quattro anni il maestro e fondatore del body horror, corrente da lui fondata, non appare sugli schermi cinematografici. La sua ultima opera è stata Maps To The Stars, nel 2014. Ora ammette davanti a tutti che lo sguardo al futuro delle proiezioni multimediali è rivolto alle serie TV, in particolare a Netflix.

Tempo fa ho scritto un romanzo, Divorati. Poi mi sono ritrovato a vedere un sacco di serie, specialmente su Netflix. In una serie puoi fare anche un episodio incentrato solo sul dialogo tra due personaggi, se trovi qualcuno disposto a sperimentare con il formato. C’è più complessità, la possibilità di scrivere nella testa di un personaggio, come in un romanzo. Se facessi una serie TVdirigerei i primi due episodi e lascerei il resto a una squadra di registi e sceneggiatori da me selezionata. In un film vuoi controllare tutto, in televisione invece è possibile raggiungere una certa consistenza anche se non dirigi proprio tutto.” ha dichiarato.

Lo stesso percorso di David Fincher

Pensandoci bene, David Cronenberg non è l’unico regista ad aver tentato questa strada. Infatti, un grande nome che ha già realizzato lo stesso percorso ipotizzato dal cineasta canadese è stato il signor David Fincher.

Con la sua serie TV Mindhunter, il regista ha di fatto aperto le danze per quanto riguarda la transumanza di registi storici del cinema verso i nuovi lidi delle serie TV. Cronenberg si aggiunge alla lunga lista di registi (tra cui, ultimo ma non ultimo, Michael Bay) che si vogliono affacciare su un nuovo mondo. Naturalmente, ciò non significa rinnegare di certo la natura del cinema.

Il fatto che, però, a remare contro la pellicola sia uno dei registi più innovativi degli ultimi 40 anni, di sicuro non giova al panorama. E dalla sua parte, il canadese, ha innumerevoli alleati. Ciò, però, non preclude la porta alla voglia di continuare la strada sul grande schermo.

D’altronde, spesso il regista canadese ha dimostrato di essere molto eclettico, confrontandosi con moltissimi generi, dal body horror (nella parte iniziale della sua carriera) ai thriller psicologici, passando anche per la fantascienza. Uno spirito molto affine a quello del pluripremiato regista di Seven, The Social Network e Fight Club, di cui potrebbe presto seguire le orme.

L’esigenza di mettersi in mostra

Oggi come oggi, purtroppo, la pellicola ha perso il suo vero interesse da parte degli spettatori. Ormai, il vero polo si è spostato verso una dimensione casalinga, una dimensione che riguarda lo streaming. Non solo le serie TV, anche i film sono maggiormente pubblicizzati sulle piattaforme adibite (Netflix, Prime Video ecc.). E ciò comporta una vera e propria “rivoluzione digitale”.

Una rivoluzione che coglie tutto il mondo hollywoodiano e anche le maggiori manifestazioni cinematografiche, tra cui quelle di Venezia. Le parole di Cronenberg sono una sorta di monito e di attacco verso vere e proprie istituzioni “tradizionaliste”. Qualcuno oserebbe già tentare la carta complottista “Non è che Cronenberg ora è d’accordo con Netflix, e quindi pubblicizza indirettamente il colosso streaming?

La risposta è no. Semplicemente, chi parla è un regista che è sempre stato al passo coi tempi, in continua metamorfosi, capace di fare cinema in tutti i modi possibili, di adattarsi alle esigenze che il cinema richiedeva nelle varie epoche. Una sorta di studioso del mezzo, pronto a far evolvere la sua teoria nel tempo a seconda di come il tempo stesso si evolva.

E la multimedialità, ora, si è evoluta verso un altro step. Con buona pace dei tradizionalisti e di coloro che sono ancorati ai soliti schemi, gli stessi, di 20 anni fa. Signori, questo è David Cronenberg: uno “scienziato del cinema” votato al progresso.

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