DDL Zan: cosa propone? Ecco la posizione di Italia Viva
Ecco cosa dicono gli articoli 1, 4 e 7 del DDL Zan. Il testo approderà in Aula il 13 Luglio, con Italia Viva pronta alla battaglia
Ieri è stata una giornata storica. Il famigerato DDL Zan è finalmente entrato in Aula al Senato per essere discusso, dopo mesi di ostruzionismo del centrodestra in commissione Giustizia. Quest’ultima è presieduta dal leghista Ostellari. Motivo per cui il centrosinistra (Pd-M5s-LeU) ha chiesto, nell’ambito della conferenza dei capigruppo, la immediata calendarizzazione della legge, “saltando” i lavori in commissione. Non c’è stato accordo e dunque si è votato, con esito positivo.
La calendarizzazione del DDL Zan arriverà il prossimo 13 Luglio alle 16.30. Il voto di ieri non ha creato particolari problemi, dato che sul “calendario” si vota a scrutino palese. Il grosso, ora, succederà quando il decreto arriverà in Aula. Lì saranno permessi voti segreti, sempre ammissibili quando si tratta di votare sulle libertà personali. Ed è lì che il decreto Zan potrebbe inciampare e cadere.
Ago della bilancia, in un fronte che vede in campo circa 151 voti favorevoli al ddl e 135 contrari (PD-M5S-LeU da una parte e Lega-FdI-FI dall’altra), saranno i 17 senatori di IV. Lo scontro, dal punto di vista tecnico, si gioca sugli articoli 1, 4 e 7 del decreto di Zan. Cosa dicono?
Breve recap del DDL Zan
Innanzitutto, va detto che il ddl Zan, che si compone di 10 articoli, approvato ufficialmente il 4 Novembre 2020, si riallaccia alla legge Mancino che contrasta i reati di razzismo. Il nuovo provvedimento prevede il carcere da uno ai quattro anni per chi istiga alla violenza omofobica, intervenendo sull’articolo 604 bis del codice penale.
Gli articoli 1, 4 e 7
Nell’articolo 1 del ddl Zan contro l’omotransfobia e la misoginia si stabilisce in premessa che per “sesso” si intende il sesso biologico o anagrafico. Per “genere” qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso. Invece, per “orientamento sessuale” l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi. Per “identità di genere” l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso.
L’articolo 4, invece, rappresenta una clausola di salvaguardia. Il ddl precisa: “Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.”
Per concludere, l’articolo 7 istituisce la “Giornata nazionale contro l’omotransfobia“. Quest’ultima sarà istituzionalizzata per il 17 Maggio. La sua celebrazione è prevista anche nelle scuole di tutta Italia.
La mediazione di Italia Viva
Italia Viva, con il cd. “lodo Faraone” ha proposto di tornare al vecchio ddl Scalfarotto-Zan e ha messo per iscritto la sua idea di mediazione. Si tratta di sopprimere l’articolo 1, giudicato poco chiaro, e aggiungere le parole “o fondati sull’omofobia o sulla transfobia”, senza dubbi interpretativi e garantendo tutti, inserendo il tema della disabilità.
In sostanza, si tratta per il partito di un ritorno al passato, rivedendo l’articolazione. Successivamente, il partito di Renzi vorrebbe sopprimere l’articolo 4 sulla libertà di pensiero, già garantita dalla Costituzione. Infine, vuole modificare l’articolo 7, rafforzando il concetto di autonomia scolastica, scrivendo che va celebrato “nel rispetto della piena autonomia scolastica”, come dice e prevede anche il Concordato tra Italia e Santa Sede.
Una volta raggiunta l’intesa, la proposta di IV è di sancire il patto con un procedimento che veda un iter rapido anche alla Camera per approvare il DDL Zan. Riuscirà il partito di Matteo Renzi nell’impresa? Non resta che scoprirlo.
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