13 Luglio 2021 - 10:15

Ddl Zan oggi al Senato. L’ostruzionismo di Lega e FI fa temere un rinvio

Qatar 2022 invasione di campo Mario Ferri

Il ddl Zan approda finalmente in Senato, ma l’ipotesi rinvio è dietro l’angolo. Lega e FI chiedono più tempo ma PD, M5S e Leu si oppongono. Il nodo Renzi sarà cruciale

Il giorno tanto atteso, il giorno del ddl Zan, è finalmente arrivato. Dopo 8 mesi dall’approvazione alla Camera, il testo contro l’omotransfobia approda finalmente a Senato, alle 16.30, per essere votato. Ma l’ipotesi di un rinvio è dietro l’angolo: l’ala destra di Palazzo Madama, con in testa Lega e Forza Italia, fa ostruzionismo e chiede più tempo per emendare questo testo che, secondo il leader del carroccio, deve essere cambiato in Parlamento.

A prescindere dalle intenzioni di voto, purtroppo, a causa del nodo Renzi e di alcuni possibili indecisi tra le fila del Pd, i numeri sono comunque in bilico. Ricorda il leader di Italia Viva che “con un accordo su gender e scuole, la legge Zan viene approvata. Al Senato se ci sono 145 a favore e 134 contrari, la differenza è uguale a 11. Vuol dire che se si va a scrutinio segreto, ne bastano 6 per mandare sotto il provvedimento e 6 ci sono come minimo nel Pd“.

Dello stesso parere anche la Lega, fiduciosa di poter ricevere più tempo per cambiare la legge sotto diversi punti di vista e per farlo, il partito è pronto ad utilizzare tutti i mezzi possibili, tant’è che Salvini ha interrotto il tour nel Sud ed ha annunciato in conferenza stampa a Lamezia Terme: “C’è questo ddl da bloccare o quanto meno da cambiare in Parlamento”, ha anticipato in una conferenza stampa a Lamezia Terme“. Si oppongono fermamente a qualsiasi ipotesi di rinvio PD, pentastellati e Leu. “Sarebbe ridicolo dopo tutta la fatica fatta per portare in Aula il disegno di legge“, queste le parole di Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle.

Ma il presidente della Commissione Giustizia e relatore del provvedimento (Lega), Andrea Ostellari, afferma: “Avremmo bisogno di più tempo per arrivare a votare delle proposte emendative“. Questo ciò che probabilmente riferirà alla presidenza del Senato. In realtà, il rinvio nasconde solo la volontà di far slittare il mese di agosto e riparlarne direttamente a settembre.