19 Luglio 2016 - 20:59

Dieta Mediterranea e Pizza: incrocio di storie

dieta mediterranea

Il progetto “Il Parco della Dieta Mediterranea” decolla nel nome della pizza. Un incontro tra due Parchi Nazionali, quello del Cilento Vallo di Diano ed Alburni e quello del Vesuvio, attraverso i prodotti tipici, in un intreccio di storia, tradizione, cultura e geografia. Galleria fotografica inedita

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La dieta formulata da Ancel Keys abbraccia “L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani”. E per l’occasione viene sfornata la pizza “Cilento-Vesuviana”, ideata a quattro mani dal maestro pizzaiolo Gino Sorbillo e da Paolo De Simone della pizzeria “Da Zero”. Il presidente del PNCVDA Tommaso Pellegrino si rivolge ai pizzaioli del Parco: “realizzate pizze con prodotti locali ed almeno un Presidio Slow Food, noi ci occuperemo di promuoverle.

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La pizza “Cilento-vesuviana”

“Il Parco della Dieta Mediterranea”, progetto itinerante volto alla valorizzazione dei prodotti agro-alimentari ed allo stile di vita propri della della dieta formulata da Ancel Keys, ha preso il via con il primo dei quattro appuntamenti in programma. Ieri sera, presso il centro della Biodiversità in località Montisani a Vallo della Lucania, la pizza, con Gino Sorbillo  suo prezioso testimonial, ha sancito l’incontro tra i due Parchi Nazionali della Campania, il PNCVDA e quello del Vesuvio. Un intreccio di storia, tradizione, cultura e geografia, che trasportati in quel “disco di pasta dal linguaggio universale”, minimo comune multiplo dei due ambiti del confronto, ne permettono la narrazione territoriale e delle relative eccellenze.

Il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni intraprende una via di uscita da quel torpore iniziale che ha caratterizzato i suo primi 25 anni di vita, sanciti da una  tutela passiva del territorio, attraverso vincoli, dinieghi e tanta burocrazia. Ora il vento sta cambiando. La Dieta Mediterranea, già riconosciuta Patrimonio Immateriale Culturale Unesco, rappresenta la vera identità del territorio del Parco. E non si tratta di un mero escamotage pubblicitario, bensì dell’unico elemento capace di concretizzare una sintesi tra aspetti eterogenei, ma volti tutti alla promozione turistica del comparto Cilento.

E lo sa bene il presidente del Parco Tommaso Pellegrino, il quale riconoscendo questa matrice identitaria alla dieta mediterranea, sottolinea come è importante, oltre ad essere un dovere, che un simile patrimonio vada costantemente valorizzato. Il Parco della Dieta Mediterranea, ricorda Pellegrino, è un progetto aperto, multidisciplinare in cui ognuno può portare il suo contributo e la sua innovazione. Ma è altresì importante costruire alleanze ed essere parte attiva di una regione che tanto significa per l’agro-alimentare in Italia e nel mondo.

Dalla tavola rotonda di ieri, cui hanno partecipato diversi esponenti dell’ambito istituzionale ed addetti ai lavori sono emersi importanti spunti. Primo fra tutti che il Cilento è un ambito ricco dal punto di vista agro-alimentare. E ciò è testimoniato dai 9 presidii Slow-Food, con il “maracuoccio” candidato a diventarne il decimo. La pizza anche nel Cilento può essere uno strumento di riflessione. Puntare sul suo rilancio per creare un mercato volto a  recuperare un’intera filiera, Ri-partendo dalla produzione del grano – l’esempio del “palio del grano” a Caselle in Pittari ed il progetto dei “Coltivatori custodi” con il quale dal 2014 ad oggi sono state recuperate  ben 19 qualità di cereali -, da quella casearia, intendendo con ciò non solo la mozzarella, e da quella olearia tra i tre più importanti. Senza tralasciare le altre.

Un altro aspetto importante sottolineato nel breve simposio è che la dieta mediterranea va riportata nella sua culla originaria, il Cilento, poiché essa rappresenta una molteplicità di valori che abbracciano la storia, il paesaggio, l’agricoltura e l’enogastronomia di un territorio, il cui ambito è identificato nei confini del Parco Nazionale. Un territorio avvolto da tante debolezze, ma al tempo stesso caratterizzato anche da rilevanti punti di forza. Ed il Parco, nel senso di istituzione, è un potente strumento dinamico, volano di sviluppo che passa per le nostre tipicità e peculiarità. E l’esempio della pizza di Gino Sorbillo viaggia in quest’ottica: essa è un racconto di storie di tipicità.

Da sottolineare, in tale ottica narrativa, il contributo di Giuseppe Orefice presidente di Slow-Food Campania: “Dieta Mediterranea significa tante cose, tra cui valorizzazione delle conoscenze e dei prodotti. Ma il valore più forte che ci insegna e su cui dobbiamo porre l’accento è quello della sobrietà. E’ bello che si parta dalla pizza, piatto simbolo per il Made in Italy anche all’estero. Se ogni giorno tutti i prodotti utilizzati sulle pizze pizze fossero locali, allora cambierebbe profondamente la vita di tutti i piccoli agricoltori di qualità“.

Gino Sorbillo è emozionato e fiero di inaugurare il progetto “Il Parco della Dieta Mediterranea”. Nonostante trattasi di una figura di carattere internazionale, egli si manifesta in tutta la sua semplicità ed umiltà. “La pizza è un veicolo di grandi narrazioni. Trovo importante comunicare il bello che facciamo”E lui da amante del bello e delle cose buone è affascinato, nonché intrigato, da questo connubio Pizza-Parco. Perché la pizza non ha bisogno di traduzioni, visto che parla un linguaggio universale. Accanto alla pizza napoletana coesistono tante altre realtà, come la scuola di Tramonti, quella della tradizione veneta e non da meno quella cilentana, di fronte alla quale il maestro di via Tribunali 32 alza le mani. La base, che consiste nell’impasto di farina commisto ad acqua, sale ed agenti lievitanti, è simile ovunque; cambia il modo di condirla e di cuocerla. Ed in tal ottica la costante ricerca ed attenzione verso i prodotti tipici che caratterizzano un luogo. Ed è per questo che il pizzaiolo 3.0 ha la grande responsabilità di raccontare storie. Storie importanti, di prodotti e di luoghi.

Sintetico ma efficace l’intervento di Gino. Alle parole, comunque efficaci, preferisce il banco da lavoro. E nello Show cooking, allestito sulla terrazza del centro della biodiversità, insieme a Paolo De Simone della pizzeria Da Zero di Vallo della Lucania stende, condisce, inforna e sforna pizze per i presenti.

Si apre con una tradizionale pizza cilentana con farina integrale e condita con pomodori e cacioricotta cilentano. L’impasto è stato realizzato da Paolo De Simone utilizzando farine di grani antichi quali il Russulidda, l’Abbondanza ed il Senatore Cappelli. Poi i due pizzaioli hanno ideato, a quattro mani, la pizza “Cilento-Vesuviana”: per il condimento utilizzati papaccella del Vesuvio, mozzarella nella mortella, olive ammaccate Salella, tonno Aura (pescato nel mare tra Marina di Camerota e Palinuro) ed olio extravergine DOP cilento. Una pizza simbolo, che sancisce l’incontro tra due realtà, tra due territori, nell’ottica di uno spirito di collaborazione ed  apertura verso le grandi eccellenze campane.

Nella realizzare  questa pizza, Sorbillo coinvolge anche Tommaso Pellegrino e Agostino Casillo, presidenti rispettivamente del PNCVDA e del Parco Nazionale del Vesuvio.

Questo primo appuntamento, dunque si è svolto nel segno della pizza. Nato sotto un duplice aspetto: da un lato come linguaggio universale con il quale raccontare territori e produzioni eccellenti; dall’altro manifestazione di affetto da parte di un territorio che annovera un Patrimonio Unesco – la dieta mediterranea – verso “L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani” candidata per l’ammissione nella famosa lista internazionale.

Sull’esempio odierno la palla ora passa ai pizzaioli del Parco. Il Presidente del PNCVDA, orgoglioso, lancia un invito, volto alla realizzazione di pizze che “parlino di Cilento”; esse oltre ai prodotti locali devono contenere almeno un ingrediente Presidio Slow-Food. Queste nuove ricette saranno raccolte in una pubblicazione con il fine di raccontarle ai cilentani ed ai turisti. – 19 Luglio 2016

Galleria fotografica – All right reserved Pietro Avallone

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