Draghi: tra Quirinale e Governo, quali prospettive?
Giancarlo Giorgetti vorrebbe che Mario Draghi andasse al Quirinale pur mantenendo una sorta di guida del governo
Draghi secondo Giorgetti dovrebbe guidare il Governo attraverso una forma di semi-presidenzialismo che però non convince proprio tutte le forze politiche. Dal Partito democratico tagliano corto affermando che quello sul semi-presidenzialismo è un “dibattito surreale” che “non sta in piedi”. Pier Luigi Bersani da parte sua commenta: “Fatevelo di legno il Presidente della Repubblica, visto che della Costituzione non frega niente a nessuno. Faccio gli auguri a Giancarlo Giorgetti che ora ha il problema di rimodulare la Lega. A quelli che hanno giurato sulla Costituzione dico: leggetela”.
Le dichiarazioni di Forza Italia
Ma non è solo il centrosinistra ad essere scettico sull’idea di Giancarlo Giorgetti. In un’intervista con il Corriere della Sera la ministra per il Sud, Mara Carfagna, afferma: “Draghi sarebbe un ottimo capo dello Stato, è ovvio. Ma il semi-presidenzialismo in Italia non c’è: dal Quirinale potrebbe avere un ruolo di indirizzo, non operativo”.
Le prospettive dei leader
La questione del voto che si aprirebbe nel caso in cui Draghi si candidasse per la presidenza della Repubblica preoccupa il centrosinistra. Bersani sottolinea: “Se uno vuol tirare giù un governo, c’è la sfiducia in Parlamento. Non si manda qualcuno al Quirinale per andare a votare. Io penso che ci sia qualcuno che vuole andare a votare per sfilarsi”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, assicura che anche se Draghi accettasse di salire al Colle, questo non significherebbe automaticamente voto anticipato. Un’ipotesi che valuta anche Giuseppe Conte: “Non ci sono preclusioni. Ovviamente, bisogna verificare che ci siamo tutte le condizioni e lo ripeto: questo non significa che un attimo dopo si vada alle elezioni”, afferma il presidente del Movimento Cinque Stelle commentando l’ipotesi di Draghi al Quirinale.
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