Draghi: ecco la nomina dei sottosegretari del nuovo Governo
La vera sfida per il Governo Draghi rimane la scelta del nuovo team dei sottosegretari. Disparità, disequilibri: i partiti e le loro pretese
Dopo il grande consenso ottenuto al Senato e alla Camera, Mario Draghi dovrà fare i conti con una squadra al sottogoverno ancora incompiuta. Ancora al vaglio viceministri e sottosegretari, la competizione si fa alta per i partiti, impegnati a tirare acqua al proprio mulino nella delicata fase di nomina.
L’appuntamento potrebbe però subire ritardi, considerata la difficoltà nel trovare un accordo tra gli esponenti dei diversi partiti. Le posizioni a disposizione sarebbero circa 42, un’occasione che ha inaugurato una vera e propria guerra di posizione per il nuovo sottogoverno. Da un’iniziale impronta tecnica, Draghi si sarebbe poi spostato verso una linea più aperta al dialogo politico, ma con delle clausole. Considerata la delicatezza già precaria degli equilibri politici, Draghi avrebbe, infatti, posto dei limiti ben precisi. Tra questi salta all’occhio il 60% di quote rosa e una rappresentanza equa del peso parlamentare.
Viciministri e sottosegretari
Tutti contro tutti. Lo scontro parte con il face-to-face tra Lega e Partito Democratico, per i posti chiave nei diversi ministeri.
Matteo Salvini sembra avere le idee chiare su dove e su che argomenti spingere, cercando di indirizzare l’azione di Governo sui temi a lui maggiormente cari, come l’immigrazione e la Salute. Non solo, l’esponente della Lega ha ufficialmente dichiarato di aspettarsi un posto per la Lega al Viminale. Dichiarazioni che hanno messo non poco in difficoltà il premier, che nei giorni scorsi aveva invitato a non rilasciare dichiarazioni in merito alla questione. Salvini pensa a Nicola Molteni o Stefano Candiani, tra i due, Candiani sarebbe forse la scelta più diplomatica.
Problemi in casa PD e 5S
Per il Movimento 5 Stelle, invece, si pensa a Carlo Sibilia o a Vito Crimi. Il PD si aggiunge al coro delle richieste, pensando a una conferma per Matteo Mauri, uno dei protagonisti dei decreti Sicurezza. Da non dimenticare però lo strafalcione inaugurale del PD, dopo la passerella di un gruppo tutto al maschile, lasciando di fatto, fuori le donne. Il tentativo di recuperare con la sezione dei viceministri e sottosegretari potrebbe, infatti, risultare un po’ forzato per le esponenti democratiche, forse non molto contente di essere la seconda scelta del partito.
Nuova sfida per il Movimento 5 Stelle che si trova ora a fare i conti con una minore influenza al sottogoverno, a causa della defezione di 41 voti, 21 senatori e 20 deputati nel voto di fiducia al nuovo Governo Draghi. Attualmente, il Movimento potrebbe fare i conti con una decina di posti circa, mentre sarebbero 7 per Forza Italia, tra i 7 e i 9 per Lega e PD e 1 per i partiti minori come Italia Viva, LEU e +Europa.
I giochi rimangono però, aperti a modifiche e recuperi in extremis, una pressione a cui Mario Draghi dovrà controbattere senza scoraggiare, favorire o inimicarsi nessuno. La discordia di inizio anno, causa del nuovo Governo e della posizione di rilievo dell’esperto economista romano, potrebbe esplodere ancora una volta, ritardando così la ripartenza del Paese a data da destinarsi.
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