È morto Paolo Beldì, regista del “Quelli che il calcio.” Tante le sue collaborazioni
Una lunga carriera quella di Paolo Beldì, tra programmi come il Festival di Sanremo (1999, 2000 e 2006), e, per 16 anni la trasmissione cult Quelli che il calcio
Paolo Beldì è stato trovato senza vita ieri, venerdì 2 luglio, nella sua casa di Stresa. A dare l’allarme un’amica di Novara, che non riusciva a contattarlo. Aveva 66 anni il regista novarese e una lunga carriera alle spalle. La prima reazione di cordoglio è arrivata, poco dopo la notizia della scomparsa, da Gabriele Corsi, del Trio Medusa. “Si piange sempre tantissimo quando ti lascia qualcuno con cui hai riso moltissimo. Ciao Paolo, dai tu “lo studio libero”. E buon viaggio”, ha scritto su Twitter il comico e conduttore.
La carriera
Da tre edizioni del Festival di Sanremo (1999, 2000 e 2006) ai programmi di Fabio Fazio, tra cui, dal 1993 al 2009 anche Quelli che il calcio, il regista è stato uno dei protagonisti della televisione degli anni 80 fin dai suoi esordi nell’allora Fininvest. La sua firma è visibile anche in diversi programmi di Adriano Celentano, andati in onda sulla Rai, dove Beldì approda negli anni ’60. Suoi sono, tra gli altri, Svalutation, e poi, ancora, Francamente me ne infischio, del 1999, e, ancora, Rockpolitik e La situazione di mia sorella non è buona, rispettivamente del 2005 e del 2007. Nel novembre 2009 collabora anche con Gianni Morandi per lo show Grazie a tutti, in onda in prima serata su Rai 1 per quattro domeniche. E poi nel 2012 torna a collaborare con il Molleggiato per lo show dell’8 e 9 ottobre dall’Arena di Verona, trasmesso su Canale 5, dal titolo Rock Economy.
Fazio e Beldì
Il sodalizio con Fazio è quello più lungo e proficuo, comincia con Diritto di replica (c’erano anche Sandro Paternostro , Oreste De Fornari, Enrico Magrelli) e prosegue dal 1993 al 2009 con Quelli che il calcio (non solo con Fazio ma anche con Simona Ventura) dove diventa un raro caso di regista che a volte sta anche davanti alle telecamere, ma è soprattutto dalla sala di regia che Beldì «parla»: il suo tifo per la Fiorentina emerge a ogni gol segnato con l’inno della squadra sparato a tutto volume. Sarà con Fazio ancora per Anima mia e due volte a Sanremo (la terza con Panariello): anche qui osa parecchio, inquadrando — fatto inaudito — gli spettatori dell’Ariston che dormivano durante il Festival.
Tutto il mondo dello spettacolo e del cinema si stringe attorno al cordoglio del doloro per la perdita. Attesa per i funerali che si svolgeranno nei prossimi giorni. Intanto resta il dolore e la malinconia per un grande che se na va.
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