Edenlandia, due anni dopo
Questa settimana, la rubrica aZONzo, vi porta in esclusiva all’interno del celebre parco di divertimenti Edenlandia ormai in disuso dal 2013
[ads1] Edenlandia, 1965.
Sulla scia della moda californiana e del mondo Disney, Oreste Rossotto e Luca Grezio, diedero vita al primo parco giochi a tema in Europa, nella periferica zona di Fuorigrotta. Una zona che risentì delle modifiche attuate in periodo fascista e che negli anni ha saputo mantenere il primato di concerti, convegni ed eventi fieristici.
In uno sfondo contornato dalla Mostra D’Oltremare, lo Zoo, lo Stadio San Paolo e tutte le attrazioni di Fuorigrotta, l’Edenlandia è stata sin da subito accolta con l’entusiasmo infantile che merita qualsiasi novità.
Edenlandia, vuol dire, infatti, terra dell’Eden.
Mimmo Viggiani e il prof. Stefanucci, armati della professione di architetto e artista, trasformarono una terra spoglia in un vero e proprio paradiso per i bambini di tutte le età.
Oggi, dicembre 2015, camminando per le stradine della città immaginaria, tra le giostre cigolanti e i pupazzi abbandonati, ci si chiede che fine abbia fatto quell’Eden.
Eppure negli anni ’70, le montagne “Mont Blanc” e i tronchi della “Vecchia America”, hanno accompagnato l’infanzia di tutti i bambini italiani e non.
Non era solo un parco giochi, era un luogo di riunione e polo culturale in un Sud ancora acerbo e si affrettava a diventare lentamente uno dei luoghi più sentiti dalla comunità campana.
Come purtroppo accade nel feroce sistema economico basato sulla competitività, all’ingresso in scena di Mirabilandia, Edenlandia diventava lentamente un ricordo infantile.
Nel teatro dell’economia, lo storico parco giochi dopo pochi anni di successo, ha sentito il peso della moda gravargli addosso, fino a compiere l’ultimo giro di giostra nel 31 gennaio 2013.
Sono trascorsi due anni dalla chiusura di Edenlandia, e molte delle giostre identificative di quell’area paradisiaca risentono delle azioni del tempo e dell’abbandono.
La storica Vecchia America, è inagibile e malsana.
Il trenino all’ingresso, è rimasto fermo sulle rotaie come se fosse stato interrotto nel bel mezzo della corsa.
Il cinodromo, con i suoi gradoni fantasma sembra ancora risuonare l’eco delle partite in campo.
E gli abitanti, i veri abitanti inanimati di Edenlandia giacciono abbandonati come carcasse nelle zone più remote e degradate.
Eppure questo parco dei divertimenti, che ora ha assunto forma e colori di una città fantasma, è ancora amato dalla comunità. Attraversando le parabole colorate, quello che prima si presentava come un ingresso fantastico, appare ora un desertico atrio abbandonato alle intemperie, dove le urla di gioia dei bambini hanno lasciato il posto alle grida di protesta di chi, a Edenlandia, non ha lasciato solo il cuore e l’infanzia, ma anche il lavoro.
Foto a cura di Federica Crispo
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