Eduardo De Filippo 31 anni dopo, per non dimenticare
31 anni senza Eduardo De Filippo. Il 31 ottobre ricorre l’anniversario della morte di uno dei massimi esponenti della cultura italiana del Novecento
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Trentuno anni fa l’Italia intera piangeva la scomparsa del grande drammaturgo napoletano. Un ricordo ancora cosi intenso e indelebile, come dimenticare il suo volto, la sua voce e la sua pungente ironia, le frasi simbolo di una comicità senza tempo come: “A’da passà a nuttata” e “Gli esami non finiscono mai”. Eduardo De Filippo è considerato uno dei più grandi attori del teatro italiano del Novecento, uno degli artisti più influenti della cultura italiana. Autore di numerosi drammi teatrali da lui stesso messi in scena e interpretati e, in seguito, tradotti e rappresentati anche all’estero. Autore prolifico e versatile, lavorò nella sua lunga carriera anche nel cinema con gli stessi ruoli ricoperti nell’attività teatrale.
Eduardo è nato il 24 maggio 1900, suo padre, Eduardo Scarpetta, grande autore, attore e innovatore del teatro napoletano tra Ottocento e Novecento diede quelle che, in seguito, furono solide basi teatrali sulle quali, il grande Eduardo, costruì il suo futuro. De Filippo, figlio d’arte, anche se mai riconosciuto dal padre, prese il cognome da sua madre, la sarta teatrale Luisa De Filippo. Una ferita che lo lacerò per tutta la vita e che lo spinse a trattare il tema della paternità e della famiglia in quasi tutte le sue commedie. Il suo linguaggio cosi pulito, fluido e lineare lo rese celebre in tutto il mondo.
Eduardo comincia ben presto a recitare con i fratelli Peppino e Titina assieme ai quali fonda nel 1931 la compagnia del Teatro Umoristico “I De Filippo”, che durò fino al 1944. In questo periodo Eduardo partorisce quella che è forse la sua opera più nota: “Natale in casa Cupiello“, commedia tragicomica in tre atti che racconta la storia di una famiglia napoletana distrutta dal tradimento della figlia nei confronti del marito. Nel 1948 Eduardo acquista il Teatro San Ferdinando di Napoli, investendo tutti i suoi risparmi nella ricostruzione di uno stabile ricco di storia. Nello stesso periodo nascono quelle che sono le opere più note e apprezzate di tutta la produzione eduardiana: “Napoli milionaria!”, “Questi fantasmi!” “Filumena Marturano“.
Nel 1950 diresse Totò nell’adattamento cinematografico di un altro suo celebre dramma: “Napoli milionaria!”. Nel 1984, l’anno della sua morte, interpretò quello che fu il suo ultimo ruolo in assoluto: il vecchio maestro nello sceneggiato “Cuore“, diretto da Luigi Comencini e tratto dal libro di Edmondo De Amicis.
Oltre alla luminosa carriera teatrale, Eduardo fu autore e regista di numerosissimi drammi teatrali messi in scena con successo anche all’estero, fu nominato senatore a vita nel 1981 da Sandro Pertini e candidato al premio Nobel per la letteratura nel 1975. Eduardo non abbandonò mai il suo impegno politico e sociale che lo vide in prima linea anche ad ottant’anni quando lottò in Senato e sul palcoscenico per i minori rinchiusi negli istituti di pena. Nel 1962 partì per una lunga tournée in Unione Sovietica, Polonia ed Ungheria dove poté toccare con mano la grande ammirazione che pubblico ed intellettuali avevano per lui.
Della città partenopea hanno parlato tanti fra poeti, scrittori, attori e artisti del presente e del passato. Tutti legati visceralmente all’arte, creando e mostrando al mondo la vera essenza della stessa. Eduardo De Filippo è stato un grande artista capace di cambiare il modo di vedere la vita, con una comicità ruvida ma allo stesso tempo equilibrata ed accessibile a tutti.
“Napule è ‘nu paese curioso: è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità.“
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