30 Gennaio 2018 - 10:47

EMA, Amsterdam non è pronta, Milano prepara ricorso

ema

La sede di Amsterdam scelta come nuova sede EMA non sarebbe pronta in tempo, afferma il direttore. Milano si prepara pertanto a un ricorso per rivedere la sua esclusione

La nuova sede di Amsterdam dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, non potrebbe essere pronta in tempo per la data richiesta, e la sede provvisoria non sembra idonea. Il direttore esecutivo dell’EMA, Guido Rasi, ha infatti reso noto, in conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi, che “il palazzo finale non sarà pronto” per la data richiesta, ovvero il giorno dopo la Brexit, il 30 marzo 2019, “e quindi dovremo andare in una sede temporanea nella città“.

Sede temporanea che, però, non sembra essere idonea, perché “dimezza” lo spazio di Londra e aggiunge “strati di complessità” al trasferimento e al funzionamento dell’Agenzia. “Questo doppio trasferimento ci costringerà a investire più risorse, e prolungherà il ‘piano di continuità’, ovvero impiegheremo di più per tornare alle operazioni normali“, ha concluso Rasi.

Tanto è bastato, ovviamente, per riaccendere le speranze italiane. A favore di un ricordo si sono espresse Laura Boldrini e Beatrice Lorenzin, mentre il sindaco di Milano Beppe Sala ha affermato di essere “in contatto con il presidente Gentiloni per valutare tutte le possibili iniziative“. Fonti del governo fanno inoltre sapere che da Palazzo Chigi si intraprenderà ogni azione possibile verso la Commissione Europea e le istituzioni UE per chiedere che venga rivista la decisione di assegnare l’EMA a Amsterdam.

Certo i margini sono stretti, ma sembra che, almeno sul piano politico, un assist all’Italia potrebbe venire dal Parlamento Europeo. “Se il Parlamento non fosse d’accordo con il Consiglio“, afferma sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi, “allora si aprirebbe una discussione fra le due istituzioni“. A cui fa eco Beppe Sala, secondo cui le probabilità di “una riassegnazione della sede a Milano non sono altissime, ma dobbiamo provarci“.

Rimane però un quesito di fondo: perchè la Commissione Europea ha permesso si arrivasse a tanto, se già nel documento di candidatura di Amsterdam era chiaro che la sede non sarebbe stata pronta in tempo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *