Emanuela Orlandi, l’appello a Ratzinger: “Non si porti i segreti nella tomba”
Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, lancia un appello al Papa Emerito Ratzinger: “Se sa qualcosa, abbia un rigurgito di coscienza e lo dica”
A 37 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, i familiari non si danno pace. Il mistero che avvolge la scomparsa della ragazza è ancora fitto. Per questo motivo, torna a farsi sentire Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che ha organizzato ieri un sit-in in piazza Sant’Apollinare, l’ultimo luogo di Roma dove la 15enne è stata vista il 22 giugno del 1983. In occasione della manifestazione, Orlandi ha anche lanciato un appello a Ratzinger, Papa Emerito, che negli anni non ha mai mostrato una totale chiusura verso la vicenda rispetto a Papa Francesco.
Ha dichiarato all’Ansa: “Il mio appello a fare giustizia e a darci verità lo rivolgo non a Francesco, Papa che so essere chiuso nei confronti della vicenda di Emanuela, ma a Ratzinger, che ancora indossa la veste bianca, è ancora Papa Benedetto ed era vicinissimo a Giovanni Paolo II: ora, che a 93 anni si avvicina al Padre, se sa qualcosa, abbia un rigurgito di coscienza e lo dica, non si porti segreti nella tomba come Wojtyla“.
Queste le prime parole del fratello di Emanuela Orlandi, che continua poi: “Io mi auguro – aggiunge – che abbia una vita lunga, gli faccio ogni augurio. Negli anni del pontificato Benedetto è stato sempre molto tiepido con noi ma ora qualcosa potrebbe cambiare, io gli chiedo di dire quello che sa. Mi piacerebbe avere un contatto con lui, mi piacerebbe incontrarlo, so che è ancora più difficile che incontrare papa Francesco ma almeno, ripeto, se sa qualcosa che lo dica“.
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