Emanuele Barbati: “Seguire i lupi è una buona idea” – intervista
Scrive d’amore, non segue i consigli, ma i lupi. Emanuele Barbati presenta il suo nuovo album “Mentre fuori arrivano i lupi”. L’intervista
Mentre fuori arrivano i lupi è il nuovo singolo di Emanuele Barbati, estratto dall’omonimo album uscito lo scorso 10 giugno. Il cantautore tarantino, laureato in musicologia, inizia nel 2013 la sua attività musicale. Nel 2017 conosce e collabora con i Boomdabash e l’anno dopo arriva sul podio del premio Lunezia come miglior autore. Stima e apprezza Ermal Meta con il quale potrebbe arrivare un featuring.
Emanuele Barbati da sempre è attento alle tematiche sociali e ambientali. Il suo ultimo progetto infatti, vanta una partnership con WWF Italia per la salvaguardia del lupo e non solo. Il singolo Libera sostiene Amref Italia per il diritto allo studio femminile in Sud Sudan, e l’associazione tarantina Alzaia che si occupa di prevenzione alla violenza di genere.
Le sue non sono canzoni di protesta, bensì racconti. Il mondo di Emanuele Barbati mostra colori, fa percepire sensazioni e il suo nuovo prodotto è la sintesi di un percorso ragionato, fatto di emozioni tangibili. Ecco l’intervista per Zon.it.
Chi sono i lupi a cui ti riferisci?
Ho immaginato, scrivendo questo brano, una cena. Una cena in cui tutti si sentono in dovere di darti consigli, senza però curarsi di chi sei realmente e cosa vuoi fare nella vita. L’avvertimento è sempre lo stesso: fare attenzione perché “fuori ci sono i lupi”, in riferimento quindi alla ferocia del mercato discografico. Con il mio singolo voglio proprio scongiurare questo luogo comune e comunicare a chi mi ascolta che delle volte è meglio seguire i lupi piuttosto che suggerimenti ipocriti.
Se fossi nella favola di “Cappuccetto rosso” quindi, spareresti al cacciatore e non al lupo…
Si esatto. In particolare nel costruire il brano ho pensato proprio a quelle tante pacche sulle spalle che mi sono state date nel corso di cene di lavoro. Ho provato ad andare oltre, a cercare in “altre stanze”. Perché molto spesso, seguire i lupi è una buona idea.
C’è un altro artista che in una sua famosa canzone cita i lupi e ha un fan club addirittura intitolato a questo animale. Parlo di Ermal Meta. Hai mai pensato ad una collaborazione con lui?
Io sono pugliese come Ermal. Qualche tempo fa eravamo vicinissimi alla collaborazione, cosa che non si è più concretizzata perché lui poi era stato preso a Sanremo. Quindi per una questione di tempistiche non è stato più possibile. Ma ora che me ne ricordi, potrebbe essere interessante riaprire questo cassetto. Ermal mi piace tantissimo come artista, anche per la sua storia. E’ riuscito ad arrivare al successo con caparbietà e talento.
Da sempre ti dedichi alla difesa dei diritti sociali e ambientali. Questo tuo attivismo in qualche modo ruba tempo alla musica?
In realtà no. Io credo che gli artisti, per il semplice fatto di avere un microfono, debbano e possano “dar voce” a determinati problemi. Quindi un artista ha anche il dovere di dover spendere il proprio tempo in cause sociali. Questo non significa necessariamente scrivere canzoni di protesta, io sono sempre più incline a cantare di sentimenti. Infatti scrivo d’amore e se posso, ci abbino campagne volte al sociale.
A proposito di diritti umani, nel brano Libera canti: “Tu cambierai il mondo e si cambierai anche me”. Credi che le donne possano cambiare il mondo?
A me sembra assurdo che ad occuparsi di diritti femminili siano sempre e solo le donne. Perché un uomo non può spendersi a favore delle donne? Mi è risultato semplice affiancare a questo brano la collaborazione con Amref e Alzaia. Non sono uno di quelli che crede che l’essere donna renda salvatrici, però denuncio un ancorato e subdolo maschilismo che impedisce alle donne di raggiungere i propri obiettivi. Quindi sì, se le donne fossero messe alla pari degli uomini, a livello di opportunità, probabilmente il mondo cambierebbe più velocemente.
Tornando all’album, sembra ci sia un ragionato filo conduttore. Nei testi delle tue canzoni si vedono i colori, si sentono i profumi, si avvertono sensazioni uditive. Era un progetto che avevi in mente o che hai assemblato quasi per caso?
La discografia e in particolare i servizi di streaming spingono affinché si facciano più singoli che dischi. Pensare di fare ogni tre mesi la hit, il tormentone che piaccia per forza è avvilente. Io sentivo che i singoli che stavo scrivendo avrebbero fatto parte di un più ampio progetto. Come dicevi tu, con un preciso filo conduttore: raccontare un periodo della mia vita, un viaggio fatto di istantanee tratte dal mio vissuto. Questo album si è imposto da solo per uscire.
Un album che esce con un distacco di ben 6 anni dall’ultimo. Di mezzo sono arrivati dei singoli. Cosa ha rallentato la pubblicazione?
Volevo far uscire un qualcosa che piacesse a me prima che agli altri. Le dinamiche del “piacere a tutti i costi” spesso finiscono con lo snaturare la scrittura. Quindi ho deciso per un po’ di fermarmi. Poi ho ricominciato con i Boomdabash con il brano Sorrido al sole e altre collaborazioni. Non è uscito prima perché volevo evitare il solito album pop di massa.
Infatti in Mentre fuori arrivano i lupi non c’è solo il pop, ma una forte contaminazione musicale. Hai lavorato a diversi registri e stili
Mentre fuori arrivano i lupi lo considero un disco di passaggio, per cui ho lavorato alla contaminazione molto meno di quanto avrei voluto. Questo non vuol dire che non sia legato a questo album, anzi posso dire che contiene alcune delle più belle canzoni che ho scritto.
Tornando ai Boomdabash e al brano Sorrido al sole. Tu sei tarantino, come vivi la notizia che incorona la Puglia “regione più bella del mondo” per il secondo anno di fila?
Questa è una notizia che mi gratifica, ma che prendo con le pinze. La Puglia è bellissima, ma ha dei drammi insiti che la rendono tanto fragile. Mi riferisco all’ILVA e ad alcune delle discariche a cielo aperto più grandi d’Europa che abbiamo proprio qui. Sono favorevole all’ottima campagna di promozione che verte su turismo e cultura, però non dimentichiamoci dei problemi che ci sono da settembre a maggio, quando non ci sono più i turisti.
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